Il vertice Ue vara la supervisione bancaria unica alla BCE, in vista dell'unione bancaria europea Gli Stati membri cedono altra sovranità all'Europa imperialista Lo scorso 14 dicembre i ventisette capi di Stato e di governo europei si sono riuniti in vertice a Bruxelles per discutere sostanzialmente di due nodi principali. La tranche di "aiuti" da versare alla Grecia, già ufficializzata lo scorso 27 novembre in seguito all'accordo raggiunto tra Eurogruppo e troika ma che rimaneva condizionata all'operazione di riacquisto delle sue obbligazioni (il cosiddetto buy-back). Dall'altro andava ratificato ciò che l'Ecofin (i ministri del Tesoro degli stati membri dell'Ue) aveva stabilito in materia di unione bancaria. La supervisione bancaria unica alla Bce L'accordo raggiunto dal vertice europeo rappresenta il primo passo verso l'autentica Unione economica e monetaria". Come recitava il rapporto preparato dalla Commissione europea, in collaborazione con l'Eurogruppo e la Bce e presentato lo scorso giugno ai capi di Stato e di governo europei. La proposta della Commissione europea era quella di avviare l'unione bancaria europea, cominciando proprio con l'introduzione di un sistema "centralizzato di supervisione bancaria" che permetterebbe di "restaurare la fiducia nel sistema e interrompere il circolo vizioso tra banche e crisi dei debiti". Dopo sei mesi la proposta è diventata una quasi totale certezza salvo che per Gran Bretagna, Svezia e Repubblica Ceca che non hanno aderito alla supervisione unica. Manca solo l'approvazione del Parlamento europeo, che in questa materia è co-legislatore ma che difficilmente arriverà a porre il veto, avendo già approvato in prima lettura una sua versione. Dal vertice europeo la Bce ha ricevuto il ruolo di supervisore, ovvero di cane da guardia delle banche dell'eurozona che prima erano monitorate dalle autorità nazionali. L'obiettivo sarebbe duplice: da un lato affidare alla Bce il compito di intervenire attraverso il fondo di stabilità finanziaria per ricapitalizzare direttamente le banche ed evirtarne il tracollo; dall'altro fronteggiare la speculazione finanziaria acquistando i titoli di stato dei paesi in difficoltà per ridurre l'onere dell'indebitamento, mettendo sotto stretto controllo i bilanci nazionali. Con questa mossa saranno assoggettate alla vigilanza dell'Eurotower le banche che, sulla base della dimensione e dell'attività transfrontaliera svolta, siano ritenute rilevanti a livello europeo. Ossia quelle banche che possiedono una dimensione minima fissata ad asset non inferiori a 30 miliardi o comunque superiori a un quinto del Pil del loro paese. Il sistema centralizzato prenderà a carico anche gli istituti creditizi che hanno richiesto o ricevuto gli aiuti dei Fondi di salvataggio europei (Efsf o Esm). Questo permetterà a Berlino, come desiderato, di mantenere sotto il controllo dell'autorità nazionale le banche cooperative e le casse di risparmio tedesche, "piccole" ma numerose e che quindi costituiscono un importante capitale finanziario diffuso. Tuttavia, qualora lo ritenesse necessario, l'Eurotower potrà intervenire nei riguardi di qualunque banca, di qualunque dimensione e avrà il potere di rilasciare e revocare le licenze bancarie e sanzionare gli istituti che non sottostanno alle regole ferree di bilancio da essa dettate. Mentre l'Autorità bancaria europea (Eba) continuerà ad occuparsi delle questioni transnazionali fra le banche degli Stati membri non partecipanti al meccanismo unico di sorveglianza bancaria europea (Ssm) e quelle rappresentate dalla Bce. In seguito alle pressioni della Merkel, che chiedeva una netta divisione tra le decisioni nell'ambito della politica monentaria e la funzione di vigilanza della Bce, è stato creato un "organo di mediazione". L'organo, composto da un esponente di ciascuna autorità nazionale, avrebbe il compito di prendere le decisioni qualora il Consiglio direttivo (il principale organo decisionale della Bce) e il Consiglio dei supervisori (il nuovo organismo della Bce incaricato della supervisione unica) entrassero in conflitto. Ma, come si legge in un rapporto della Banca d'Italia: "la responsabilità ultima delle decisioni di vigilanza sarà in ogni caso in capo al Governing Council (Consiglio direttivo) della Bce" mentre il Consiglio dei supervisori sarà solo un organo con profili di natura tecnica con il compito di "preparare quanto necessario per l'assunzione delle decisioni finali da parte del Council". Il vertice ha lasciato aperte diverse questioni, a partire dalla possibilità di ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del fondo di salvataggio della zona euro che servirebbe a non fare pesare sui debiti pubblici le operazioni di sostegno alle banche in difficoltà. Esso diventerà effettivo solo una volta messo a punto il meccanismo di supervisione bancaria. Sino ad allora, l'Esm potrà chiedere l'intervento singolo della Bce sulla banca che vuole ricapitalizzare. Italia, Francia e Spagna premono affinché si vada in questa direzione ma la Germania frena per paura di doversi accollare gran parte dei costi per la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà. Sull'accordo il primo commento è quello della Merkel che lo considera di "un valore storico", seguito a ruota dalle cosiderazioni del tecnocrate liberista borghese Monti che lo definisce "un accordo straordinario" mentre per il presidente di turno dell'Ecofin si tratterebbe addirittura di "un regalo di natale per noi e per tutta Europa". Ulteriore cessione di sovranità all'Unione europea imperialista Con i poteri acquisiti la Bce viene a collocarsi in una totale extraterritorialità rispetto ai principi della rappresentanza democratica borghese. Essa godrà di un'autonomia che potrà prescindere dalle decisioni delle istitituzioni rappresentative borghesi e che le consentirà di operare anche in contrasto con esse. Sono dunque due i caratteri essenziali del disegno che sta dietro al cambiamento del "regime della politica economica" avviato con la creazione dell'unione bancaria: la sottrazione ai governi nazionali della gestione della politica fiscale e la sua soggezione ad una istituzione esterna al circuito della rappresentanza democratica-borghese. Ossia la Banca centrale europea che, per statuto, è autonoma da qualsiasi organismo di rappresentanza. Ciò permetterà ai parlamenti e ai governi nazionali di declinare davanti al proprio elettorato, le responsabilità di politiche economiche ferocemente antipopolari che verranno prese prevalentemente a livello sovranazionale. Inoltre gli "aiuti" che la Bce dovrebbe dare a sostegno dei titoli nazionali saranno concessi ai paesi dell'eurozona solo in cambio di riforme e tagli, di politiche di lacrime e sangue per i lavoratori e per le masse. Gli stessi che ne subiranno le conseguenze sulla propria pelle non hanno avuto alcuna voce in capitolo nella decisione. Come sempre tutto viene deciso dai circoli borghesi dominanti europei conformemente ai loro interessi di classe e alle loro aspirazioni egemoniche, regionali e mondiali. 19 dicembre 2012 |