La via costituente dei DS porta lo stesso ad abbattere la Costituzione La discussione in corso alla Camera sul progetto della Casa del fascio per completare il regime neofascista, presidenzialista e federalista con la cancellazione della Costituzione ha raccolto significative aperture tra i DS, i quali anziché denunciare lo scempio in atto della Carta del '48 sono scesi apertamente sullo stesso terreno neofascista. Del resto la Bicamerale di D'Alema prima e la "riforma" del Titolo V in senso federalista ad opera del governo di "centro-sinistra" nel 2001 avevano già dimostrato come questi rinnegati e rimbambiti fossero incamminati sulle orme dei loro epigoni che nel '22 spalancarono le porte a Mussolini e al fascismo. Ora, il 14 settembre, intervenendo alla Camera, il capogruppo dei DS Luciano Violante ha estratto dal cilindro della "sinistra" del regime neofascista la proposta che la Carta sia cambiata da "un'Assemblea Costituente", eletta dai cittadini con il sistema proporzionale, che elabori un "organico progetto" sulle forme dello Stato, del governo e del parlamento. Una via costituente quella dei DS che porta lo stesso ad abbattere la Costituzione, che non contesta minimamente il presidenzialismo e il federalismo neofascisti. "Noi non abbiamo pregiudizi - ha affermato candidamente Violante nel suo intervento a Montecitorio -, non temiamo di misurarci, anche dall'opposizione, con il grande tema della modernizzazione della Repubblica e delle sue istituzioni. (...) Noi siamo convinti, da tempo, che il sistema costituzionale italiano abbia bisogno di un robusto intervento riformatore". Dove? Come? "Il bicameralismo perfetto è un residuo storico - sentenzia Violante -. I controlli e i contrappesi vanno rivisti, alla luce del sistema maggioritario, affinché possano mantenere la loro funzione di garanzia. Il federalismo introdotto nella scorsa legislatura va condotto a compimento e corretto in parti non secondarie che, alla prova dell'applicazione, hanno dimostrato la loro inadeguatezza". Una deriva federalista quella dei DS, ma il pezzo forte, l'avallo del presidenzialismo neofascista, arriva subito dopo. "Occorre impedire - afferma il presidente dei DS - cambi di maggioranza, nel corso della legislatura, che vanifichino la volontà popolare. Il presidente del Consiglio deve avere poteri di nomina e di sostituzione dei ministri. Il governo e il parlamento devono vedere rafforzato il proprio peso nel sistema politico. Occorre costruire una coerenza tra forma di governo regionale e forma di governo nazionale, ferma l'elezione diretta dei presidenti di regione". Per tranquillizzare ulteriormente il governo del neoduce Berlusconi e tutta la Casa del fascio Violante ha messo in chiaro che "Al centro del nostro progetto ci sono la sovranità, la legge, la rappresentanza e la responsabilità, che sono le quattro grandi categorie della democrazia dei contemporanei". E proprio in attuazione di questi criteri borghesi e capitalisti ha presentato le proposte dell'"opposizione" che "disegnano un organico progetto di moderna ed efficiente riforma costituzionale". Tra le sue perle: "La Camera approva il programma del governo. Le proposte che sono espressione del programma di governo hanno un iter garantito". Che i DS reclamassero una sedia al tavolo della riscrittura della Costituzione della seconda repubblica neofascista, presidenzialista e federalista era chiaro da tempo. Alla Camera Violante, a conclusione del suo intervento, ha tirato fuori la proposta dell'"istituzione di un'Assemblea costituente con un numero limitato di componenti, un centinaio circa, eletta dai cittadini con voto proporzionale e con mandato limitato alla proposta di un organico progetto di riforma della forma di Stato, della forma di governo e della forma del parlamento. La proposta verrebbe poi approvata o bocciata dal parlamento, con limitati poteri di intervento correttivo". L'intervento del capogruppo dei DS è stato lungamente applaudito dai deputati dell'Ulivo ma anche da quelli della rifondazione trotzkista. E la sua proposta di via costituente ha trovato interessati il leader UDC Follini e il ministro Alemanno di AN. I DS hanno dimostrato anche alla Camera di essere vigliaccamente alla coda di Berlusconi e di essere ormai parte integrante del regime neofascista. Indietro, molto indietro rispetto alle stesse critiche e denunce mosse da costituzionalisti borghesi al progetto della Casa del fascio all'indomani dell'approvazione al Senato il 25 marzo scorso. 22 settembre 2004 |