Creata la vita artificiale? Giovedì 20 maggio 2010 il team di scienziati coordinato da Craig Venter, proprietario del "Craig Venter Institute" di Rockville in California, ha pubblicato sulla rivista Science un articolo dal titolo "Creation of a Bacterial Cell Controlled by a Chemically Synthesized Genome": "Creazione di una cellula batterica controllata da un genoma sintetizzato chimicamente". L'enfasi mediatica I mass-media occidentali hanno già scritto fiumi d'inchiostro su quello che sarebbe il contenuto essenziale di questa ricerca, niente meno che: "la creazione della vita artificiale". Ad accreditare questa tesi, accompagnata da un lungo elenco di virtù taumaturgiche, sono state le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Venter: "Abbiamo progettato, sintetizzato e assemblato cellule capaci di auto replicarsi", "comincia l'era post-genomica", "È la prima cellula sintetica mai costruita", "Questa è la prima specie auto-replicante esistente sul pianeta Terra il cui padre è un computer". Dall'enfasi alla megalomania il passo è breve: "Penso che sia davvero un risultato importante, sia dal punto di vista scientifico sia da quello filosofico. Di sicuro ha cambiato il punto di vista sulla definizione della vita", "il punto di arrivo delle mie scoperte sarà molto probabilmente una forma vivente interamente costruita in laboratorio e programmata per una funzione precisa", "La cellula artificiale è uno strumento davvero potente per progettare tutto quello che vogliamo far fare alla biologia. Abbiamo in mente un grandissimo numero di possibili applicazioni". Sarà, per adesso la prima applicazione della sua invenzione è stata squisitamente politica. E già, perché in tempi di crisi economiche e finanziarie, di guerre imperialiste, di massacri sociali e catastrofi ambientali che distruggono la vita delle popolazioni e delle specie viventi, il sistema economico capitalistico aveva proprio bisogno di una ondata di ottimismo nel futuro! Ne aveva bisogno tanto il governo americano quanto la "prestigiosa" scienza borghese a stelle e strisce, così spudoratamente al servizio del grande Capitale da avere perso gran parte della sua credibilità. E non solo negli Usa e nel Golfo del Messico, dove, nonostante il miliardo di euro già spesi, non è ancora riuscita a tappare la falla di petrolio in fondo al mare. La verità è che la catastrofe ambientale di dimensioni planetarie e senza precedenti nella storia dell'umanità, sta smascherando la subordinazione della scienza e della tecnologia alle esigenze di profitto dei pescecani capitalisti e sta aprendo gli occhi dell'opinione pubblica nei cinque continenti circa le barbarie del sistema economico capitalistico. In questo senso la "svolta scientifica epocale" di Venter ha il sapore del "vaccino della Provvidenza" per contrastare questa presa di coscienza e fare affari. Del resto dopo l'allarme pandemia mortale d'influenza "suina" rilanciato dall'Oms e che ha solo arricchito gli azionisti di Big Pharma, non tutti sono disposti ad abboccare all'amo della propaganda e di "scoperta shock ad orologeria" parlano già in molti, tra i quali il ricercatore e direttore dell'Ispesl, Livio Giuliani: "Si tratta, ancora una volta, di un evento mediatico. Che non ci sarebbe stato se Craig Venter avesse presentato la sua nuova metodica di modificazione genica per quello che è: una nuova metodica, che impiega il computer, diversamente da altre metodiche, pur fin qui più validate, sotto il profilo dei risultati ottenuti". "La notizia - sottolinea - non avrebbe meritato più di un articolo su una rivista scientifica e più di qualche trafiletto sui giornali di informazione, non senza qualche sarcasmo per avere Craig Venter, infine, ripetuto su un proto-batterio quello che Ian Wilmut aveva fatto 14 anni prima su un animale superiore!". In questo senso - aggiunge - "l'annuncio di Craig Venter non appare tanto dissimile da quelli di Umberto Veronesi o di don Verzé, pure trasformati in eventi politici-mediatici da Silvio Berlusconi, sulla sconfitta del cancro nel giro di tre anni. Ed esso pure viene fatto per gli stessi scopi per cui sono fatti quelli: 1) raccogliere soldi subito (è arrivato l'annuncio che BP finanzierà Craig Venter per mettere a punto un batterio che sciolga la macchia di petrolio); 2) acquisire consenso nell'opinione pubblica e renderlo fruttifero per gli sponsor, anche in futuro (la BP pensa evidentemente di far dimenticare il suo crimine, mostrando di essere volenterosa per il futuro e inducendo a credere che il mondo della scienza risolverà ogni esigenza futura così come il petrolio risolve ogni esigenza attuale)". Il micoplasma di Venter, non è artificiale e non è una nuova specie Qual è dunque, in base a queste premesse e alle informazioni disponibili, l'innovazione scientifica apportata dai ricercatori del team di Venter? Essa sostanzialmente consiste innanzitutto nell'avere (ri)costruito il genoma di un micoplasma, il più piccolo (meno di 500 geni codificanti) organismo unicellulare "procariote" (ossia privo di nucleo, di mitocondri e compartimenti citoplasmatici), parassita polmonare di alcuni ruminanti. Come hanno fatto? Copiandone il genoma naturale, inteso come la sequenza di basi del Dna, e ri-sintetizzandone un grossa parte in laboratorio. Questo obiettivo in realtà era stato già raggiunto nel 2007, quando gli stessi ricercatori avevano annunciato la creazione in laboratorio del primo cromosoma sintetico, quello appunto del Mycoplasma mycoides. La sequenza di nucleotidi era infatti già nota da tempo. Inserita in un data-base genetico ha permesso di fungere da stampo per la riproduzione artificiale, ottenuta grazie ad un sintetizzatore computerizzato di Dna. Per mettere insieme però i diversi pezzi di genoma (circa 10mila basi ciascuna) e ottenere una quantità di genoma sintetico sufficiente per le manipolazioni genetiche Venter e colleghi avrebbero comunque usato un altro microrganismo, il lievito di birra (Saccharomyces cerevisae), come fabbrica cellulare, anche se poi il procedimento di sintesi sarebbe stato diretto e controllato unicamente da un potente software in grado di informare il sintetizzatore di Dna su come smontare e rimontare pezzo a pezzo le doppie eliche del Dna come in una catena di montaggio industriale. Lo stesso Venter ammette che nel corso di queste procedure si sarebbero persi diversi geni e sequenze (non rese note) rispetto al genoma originale e che prima del trapianto ne sarebbero state aggiunte di nuove (non rese note). Se fino a qui siamo di fronte al massimo a un "banale" clone di batterio geneticamente modificato, la novità consisterebbe nel passaggio successivo, ossia nell'avere trapiantato questo Dna sintetico di Mycoplasma mycoides in un altro micoplasma privato del suo Dna (il micoplasma capricolum), e nell'avere dimostrato che questo "nuovo" Mycoplasma, chiamato Mycoplasma mycoides JCVI-syn1.0, è capace di riproduzione autonoma. Ma dove è la scoperta epocale? In pratica i ricercatori hanno "solo" dimostrato di essere riusciti a "copiare" in laboratorio il Dna di un microrganismo, ma è come se avessero impiegato una "macchina usata" per farlo funzionare, ossia un altro microrganismo privato del suo Dna naturale, ma che conserva la funzionalità originaria della sua rete elettromagnetica e chimica (Rna, ribosomi, aminoacidi, proteine, steroli, Atp, etc), ossia i fattori decisivi affinché possano mantenersi in vita i meccanismi di duplicazione e quelli metabolici, nonché i rapporti funzionali con l'ambiente esterno. Non deve destare quindi alcuna meraviglia se il genoma "artificiale", che sarebbe composto da circa un milione di lettere (quello umano ne contiene 3,2 miliardi in ciascuna delle 100 milioni di miliardi di cellule), "si comporta in maniera del tutto simile al Dna naturale, comprese mutazioni acquisite durante il processo di assemblaggio e adattative nel corso dei cicli riproduttivi". Se c'è un aspetto rilevante di questa ricerca è che Venter ha lavorato "in grande", cioè con un genoma intero, o quasi intero. Solo in questo senso il risultato raggiunto, se reggerà alle successive verifiche sperimentali, può considerarsi un traguardo importante nell'ambito della Microbiologia, dell'Ingegneria Genetica e delle Biotecnologie. Ma è ben altra cosa che la "creazione della vita", fosse anche solo della più piccola delle cellule batteriche! Il fatto è che a dispetto di questa evidenza Venter afferma: "La chiamiamo cellula sintetica perché è stata ottenuta a partire da un cromosoma artificiale, costruito utilizzando informazioni elaborate in un computer, composti chimici e un sintetizzatore di Dna". Una grande inesattezza sia dal punto di vista tecnico che concettuale per le molteplici ragioni già descritte: 1) la cellula ricevente è di origine "naturale" e solo il genoma, che costituisce una piccola, ancorché importante parte della cellula batterica, è stato creato artificialmente 2) il nuovo organismo è stato creato attraverso un metodo di copia e incolla (e aggiungi) dal genoma di un microrganismo già noto, anch'esso "naturale" 3) se il mycoplasma già esisteva e non lo ha inventato Venter, parlare di cellula artificiale o sintetica non ha alcun senso, tutt'al più trattasi della invenzione di un organismo ricombinante (tecnicamente un nuovo Ogm), come ne esistono ormai tantissimi per produrre tossine, farmaci, vaccini e le più svariate sostanze (vedi l'insulina e gli antibiotici). 4) Se Venter invece di usare una cellula enucleata per impiantare il suo troncone di Dna, avesse usato un liposoma, uno spazio circondato da una membrana lipidica, e poi avesse riscontrato che si riproduce autonomamente avrebbe potuto parlare sì di vita artificiale, ma non lo ha fatto, perché sa bene che l'esperimento sarebbe miseramente fallito, il che dimostra, per inciso, la sua malafede. Queste critiche stanno prendendo lentamente piede al buio dei riflettori. Molti scienziati sottolineano il tipo di lavoro pubblicato su Science non nasce dal nulla nei super-laboratori di Venter come si vuole far credere, bensì esso è il frutto di decenni di ricerche sui microrganismi, spesso fatte con risorse modeste e mosse dalla pura curiosità di capire il mondo sterminato e affascinante della genetica microbiologica in tantissimi laboratori di tutto il mondo. Si prendono pezzi di Dna e si inseriscono in piccole molecole che poi vengono trasferite nei batteri, come fa di norma la "natura" scambiandosi informazioni genetiche (vedi il noto fenomeno della resistenza agli antibiotici prodotto dai plasmidi). Conclusioni L'informazione contenuta nel Dna degli organismi viventi è il risultato di miliardi di anni di evoluzione biologica. Decifrare, leggere e copiare un testo, aggiungervi dei pezzi, è tutt'altra cosa che averne capito e interpretato il significato biologico; ancora adesso il funzionamento, anche di un organismo semplice come un batterio, è ben lontano dall'essere compreso nel suo complesso, men che mai può essere riprodotto artificialmente in toto. Per funzionare infatti, il Dna batterico ha bisogno di una macchina molto complicata, la cellula, un network di informazione chimica ed elettromagnetica che interagisce permanentemente con il Dna e l'Rna, che è in relazione dinamica, e dialettica, con l'ambiente esterno in continuo mutamento, e che assume un ruolo insostituibile non solo nei meccanismi di replicazione e divisione cellulare, ma anche in quelli, potremmo dire preliminari, di duplicazione della doppia elica del Dna. Per quanto riguarda poi gli organismi pluricellulari un buon esempio di quanto sia infantile e ridicolo il gretto (e a volte interessato) meccanicismo di certi scienziati apologeti del codice genetico e dell'intelligenza artificiale, è il fallimento del "progetto genoma", ossia la decifrazione delle lettere del codice genetico della nostra specie. A dispetto di una spesa enorme di denaro pubblico che avrebbe dovuto servire a spiegare la biologia, la fisiologia e le patologia umane esso ha solo dimostrato che: 1) il numero di geni umani sembra essere 100 volte meno grande rispetto ad organismi "molto semplici", come ad esempio il moscerino della frutta; 2) il significato del 98% del genoma delle cellule umane ci è ancora del tutto sconosciuto, in quanto non è costituito da geni che codificano proteine e non è neanche "Dna spazzatura" come è stato improvvidamente definito; 3) che il dogma centrale della biologia, ossia la trasmissione unidirezionale dell'informazione Dna-Rna-Proteine, è una gigantesca fesseria che ha ostacolato il progresso scientifico per mezzo secolo ed oltre. 9 giugno 2010 |