Rapporto di Giovanna Vitrano alla riunione dei marxisti-leninisti siciliani del 2 gennaio 2011
Radichiamoci nei nostri ambienti di lavoro, studio e vita

Pubblichiamo il testo integrale del Rapporto pronunciato dalla compagna Giovanna Vitrano alla riunione dei marxisti-leninisti siciliani del 2 gennaio scorso a Catania. La cronaca della riunione è apparsa sullo scorso numero de "Il Bolscevico".

Care compagne e cari compagni,
anzitutto permettetemi di porgervi i miei migliori rossi auguri per un anno di vittorie politiche! Che il 2011 possa portare al nostro amato Partito in Sicilia successi sempre più grandi e duraturi, consentendoci di raggiungere il nostro principale obbiettivo: radicarci nei nostri ambienti di lavoro, studio e vita!
Ma l'augurio da sé non è sufficiente, tutti noi dobbiamo sforzarci intellettualmente e nella pratica, dobbiamo fare il nostro dovere nel migliore dei modi, diventando scienziati della costruzione del Partito.
Prima di iniziare il Rapporto, mi preme ringraziare i compagni militanti e simpatizzanti della Cellula "Stalin" della provincia di Catania che hanno lavorato per ospitare questa riunione. Grazie compagni, grazie compagno Sesto!
Ringrazio inoltre tutti i compagni militanti e simpatizzanti siciliani, alcuni dei quali hanno viaggiato per ore da altre zone della Sicilia per essere presenti qui oggi.
In qualità di Responsabile del PMLI per la Sicilia e di Segretaria della Cellula palermitana, esprimo solidarietà militante al movimento studentesco palermitano che ha dato un grande esempio di combattività e lucidità politica, non lasciandosi irretire dalle sirene borghesi e pacifiste, riuscendo persino ad assaltare la sede del governo siciliano. Anche grazie a loro è fallita la predicazione legalitaria della destra e della "sinistra" del regime neofascista per mettere le brache al movimento studentesco italiano. Palermo, infatti, è stata l'epicentro della battaglia dell'antivigilia di Natale. Come dice il comunicato dell'Ufficio stampa del 14 dicembre dal titolo "Un fatto storico", "L'auspicio del PMLI è che questa lotta di piazza e di massa si sviluppi sempre più e non si limiti nell'utilizzo di tutte le forme di lotta necessarie per abbattere il nuovo Mussolini che ha rimesso la camicia nera all'Italia, ha gettato sul lastrico e alla miseria milioni di italiani e ha negato il futuro ai giovani".

Il significato di questa riunione
Lo scopo di questa riunione è quello di fare il punto della situazione del lavoro politico in Sicilia, allo scopo di rilanciarlo sulla base dei documenti approvati dal 5° Congresso nazionale del PMLI, i quali costituiscono la nostra linea da due anni e lo saranno fino al prossimo Congresso.
In questo ultimo periodo noi militanti e simpatizzanti siciliani abbiamo avuto poche, ma ottime occasioni per vederci e discutere.
L'ultima riunione, dopo la Commemorazione di Mao, a settembre 2010 è stata presieduta dal Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi. Il Segretario, rispondendo alle domande estemporanee dei compagni presenti ha tenuto una lezione politica di ben quattro ore, degna di una scuola quadri, come è stata definita dai compagni presenti. Come ricorderete, il compagno Scuderi, ha spesso centrato la sua lezione su questioni inerenti il rapporto con le masse, l'importanza di legarsi ad esse, il lavoro di massa nel movimento operaio e nel movimento studentesco, il radicamento nelle nostre realtà, il ruolo del Partito.
La lezione, che univa teoria e pratica, aveva l'obbiettivo di dare ai compagni siciliani delle indicazioni per affrontare la questione generale principale per il Partito oggi: il radicamento.
Noi ringraziamo moltissimo il Segretario generale per quell'indimenticabile pomeriggio di scuola marxista-leninista, che si aggiunge agli altri regali preziosi fatti dal Segretario ai compagni siciliani: tra questi, i dibattiti tenuti a Palermo, nel 2002, in presenza degli operai della Fiat di Termini Imerese, e a Belpasso e a Troina nella primavera del 2006. Nell'editoriale per il 29° compleanno del Partito, il Segretario riferendosi al dibattito di Belpasso scriveva: "Come ha detto un acuto simpatizzante della provincia di Catania - alludendo all'intervento del compagno Sesto Schembri, allora simpatizzante - dopo il dibattito astensionista di Belpasso, il PMLI è veramente un grande Partito, indipendentemente dalla sua attuale forza numerica. Ciò è merito del Comitato centrale e dell'Ufficio politico, ma anche dei suoi valorosi militanti e simpatizzanti attivi che danno tutto se stessi alla costruzione, allo sviluppo e al radicamento del Partito". Belpasso 2006, infatti, ebbe un effetto dirompente e, ancora, ad anni di distanza, i nemici del Partito lo ricordano con livore anti-marxista leninista, arrivando ad offendere il nostro Segretario.
Infatti, Belpasso, segnava un punto di svolta in Sicilia, in quanto da allora, con maggiore maturità, data la crescita dei compagni e del Partito, l'emergere di contraddizioni, alcune risolte, alcune diventate antagoniste, le quali comunque ci hanno rafforzato, abbiamo fatto molta strada. Alcuni di noi hanno fatto dei notevoli passi nell'acquisizione degli strumenti per il radicamento, altri sono rimasti indietro, pur sforzandosi, altri ancora non hanno fatto nulla, e questi compagni dovranno mettersi in moto al più presto, ma tutti sappiamo che il nodo intorno al quale ruota il nostro sviluppo è proprio questo: il radicamento.
Il 5° Congresso ci ha poi dato indicazioni chiarissime e validissime per perseguire questo obbiettivo. Oggi, che le masse lavoratrici, in testa gli operai della Fiom, e gli studenti, sono mobilitati contro le leggi antipopolari approvate dal governo e dal parlamento e addirittura per mandare a casa il governo del neoduce Berlusconi; oggi che, finalmente, da più parti nel movimento questo governo viene definito fascista; oggi più che mai sono valide le parole con cui il compagno Giovanni Scuderi, concludeva il 5° Congresso nazionale, le quali individuavano nel fronte operaio e sindacale e nel fronte studentesco, "i fronti principali sui quali dobbiamo concentrare attualmente i nostri sforzi per dare al Partito un corpo da Gigante Rosso, per sviluppare la lotta di classe contro la classe dominante borghese, il governo del neoduce Berlusconi", per lottare contro "il capitalismo, il neofascismo, il presidenzialismo, il federalismo e l'interventismo, i falsi partiti comunisti, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse, per marciare concretamente e più speditamente verso l'Italia unita, rossa e socialista".
In questa fase, ancora pionieristica, dobbiamo metterci in testa che sono gli sforzi politici soggettivi, mirati a migliorare la nostra capacità di intervenire nella realtà, la base su cui si gioca lo sviluppo del Partito. Gli sforzi di ciascuno di noi, allora devono concentrarsi, anzitutto nell'acquisizione dei 3 elementi chiave e delle 4 indicazioni, individuati, ancora una volta nei documenti del 5° Congresso, come i cardini per facilitare il nostro radicamento.
Mai il Partito si stancherà di rilanciare il valore dei 3 elementi chiave delle 4 indicazioni per il radicamento, perché senza aver acquisito e senza padroneggiare questi cardini del nostro intervento politico sulla realtà, navigheremo a vista e non potremo inoltrarci con sicurezza nella lotta di classe nelle nostre realtà locali.
Si tratta di acquisire la concezione proletaria del mondo, la corretta concezione del Partito e la conoscenza della linea generale e della linea di massa del Partito.
Si tratta di lavorare per applicare le 4 indicazioni, ossia diventare dei leader nei propri ambienti di lavoro, di studio e di vita, conoscere a fondo e occuparsi dei problemi concreti delle masse dei suddetti ambienti, lavorare per unire, guidare e mobilitare le masse partecipando alle organizzazioni e ai movimenti di mass da noi o da altri promossi.
Poiché l'obbiettivo è stabilire un rapporto solido con le masse che ci circondano, ogni nostro sforzo di radicamento non può che partire dalla realtà concreta. Tutto quello che facciamo politicamente, e lo studio delle opere dei cinque Maestri, devono partire dalle nostre concrete esigenze del lavoro di ogni giorno, altrimenti si rischia di condurre un'azione, uno studio e una politica sterile senza contatto con la realtà. Tutti noi dobbiamo coltivare la nostra sete di conoscenza della teoria del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del Partito. Ma ciò che contraddistingue un compagno di elevata coscienza è la caratteristica di sapere trovare le giuste risposte ai problemi ideologici, politici, organizzativi, rivendicativi che ha di fronte. Cioè, se io in Sicilia sto soffocando sotto cumuli di immondizia, per me non è prioritario andarmi ad interrogare su cosa diceva Marx, per esempio, sulla storia del cristianesimo, è di vitale importanza piuttosto andarmi a studiare in tutta fretta la linea del Partito sui servizi, riservandomi in un secondo tempo di soddisfare personali curiosità intellettuali.
Lasciamo agli intellettuali piccolo borghesi con velleità "rivoluzionarie" e con tanto tempo da sprecare lo studio astratto e concentriamoci sui problemi delle masse, studiando la linea del PMLI e il marxismo-leninismo-pensiero di Mao relativi ai problemi che dobbiamo affrontare concretamente.

Il governo Lombardo
Entrare in contatto con le masse, vuol dire, anzitutto vivere fra esse, conoscere i loro problemi, saper dare una risposta. Io, in qualità di Responsabile regionale del Partito, parlerò delle masse siciliane, in generale, nel dibattito, voi compagni che vivete nelle singole realtà, mi parlerete dei problemi delle vostre città e di cosa state facendo per risolverli.
Noi sappiamo benissimo che le crisi fanno parte del capitalismo e, come dice Stalin, per eliminare le crisi occorre eliminare il capitalismo. Ma questo non impedisce che vi sia una responsabilità pesante dei governi borghesi che per proteggere il capitalismo finanziario stanno scaricando tutto il peso della crisi sulle masse popolari.
Lo hanno capito le masse studentesche, i precari, i ricercatori e docenti democratici che il 14 e il 22 dicembre hanno manifestato duramente contro la "riforma" Gelmini e il governo antipopolare e antimeridionale del neoduce Berlusconi. Lo hanno capito i lavoratori siciliani, operai metalmeccanici in testa che, con continue manifestazioni sotto la sede del governo siciliano, hanno duramente contestato il mafioso governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, MPA. Ma fanno orecchie da mercante i dirigenti del PD liberale siciliani che decidono di stare dalla parte dei mafiosi e neofascisti, appoggiando il IV governo Lombardo e salvando così la giunta del malaffare, mentre la Procura di Catania continua la sua indagine per mafia a carico del leader del MPA.
Lombardo se ne deve andare a casa! Il PD deve uscire dal governo!
È una vergogna che il PD continui ad appoggiare un governo che, avendo provocato un miliardo di euro di buco, non riesce ad approvare la finanziaria, ma ha approvato per la terza volta un disegno di legge di esercizio provvisorio che gli consentirà di spendere senza criterio per clientele, consulenti ecc.
Dobbiamo propagandare tra le masse popolari siciliane, in cui è passata ampiamente l'idea che bisogna farla finita con il governo Berlusconi, la parola d'ordine che bisogna anche farla finita con il governo Lombardo!
Il governatore siciliano, checché ne dica il PD, è politicamente della medesima pasta di Berlusconi. Il suo progetto politico a livello regionale s'inserisce a pieno titolo nel progetto politico capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista di Berlusconi. Lombardo ha fatto parte della maggioranza che ha appoggiato Berlusconi, contribuendo a garantire con i suoi voti lo sconvolgimento della legislazione sul lavoro, la deregolamentazione dei contratti, l'aumento della precarietà, l'indebolimento del contrasto al lavoro nero, della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, la cancellazione del mantenimento del salario e dei diritti contrattuali, le megadiscariche e gli inceneritori, il Ponte di Messina, la privatizzazione del servizio idrico e della raccolta rifiuti, che non tengono in alcun conto la volontà delle masse. Lombardo è stato ed è uno dei principali artefici dell'affossamento dei diritti delle masse meridionali e siciliane.
Che gli studenti palermitani abbiano portato la protesta fin sotto la sede del Palazzo d'Orleans non è un caso: l'MPA alla Camera ha votato a favore, di certo su indicazione di Lombardo, della devastante "riforma" Gelmini sull'Università, il tutto fregandosene ampiamente della protesta di decine di migliaia di studenti siciliani, ai quale questa legge preclude la possibilità di studiare.
Lombardo se ne deve andare perché grazie ai suoi provvedimenti le lobby affaristico-mafiose hanno ottenuto la privatizzazione in settori di vitale importanza per le masse popolari, hanno creato una sorta di blindatura intorno ai finanziamenti pubblici, riuscendo a mettere nei posti di comando politicanti direttamente espressione di interessi particolari e criminali.
Basti guardare cosa è successo nel settore della gestione dei rifiuti nell'isola, in mano politicamente al commissario straordinario Lombardo ed economicamente alla mafia che succhia tutti i fondi: alle masse popolari siciliane rimangono invece, la devastazione ambientale, le città sommerse dai rifiuti, il rischio sanitario.
Tutti i servizi in Sicilia versano in una situazione disastrosa, la crisi idrica non è mai stata risolta. Nonostante anni di commissariamento e milioni di euro spesi, ancora vi sono intere province che nei mesi estivi soffrono la sete, come succede ad Agrigento, Enna, Caltanissetta. La privatizzazione del settore invece è un dato di fatto, l'unico obbiettivo raggiunto dai Commissari alla crisi.
Nonostante la situazione nelle città siciliane i servizi si pagano quanto e più che nelle altre città italiane, fino ad arrivare al paradosso che Palermo, dove l'acqua è un miraggio in alcuni quartieri, è la terza città in Italia per esosità delle tariffe!
Un settore sotto attacco dalla politica antimeridionale del governo Berlusconi sono i trasporti e la viabilità. La politica su questo fronte è unicamente improntata a tagli selvaggi. Basti considerare il tentativo di Trenitalia di sopprimere il 30% dei treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia. Il piano è fallito solo grazie all'opposizione dei sindacati di categoria e dei lavoratori dei trasporti. A fronte di una politica del genere poi il governo Berlusconi, d'accordo con il governo Lombardo-PD, pretenderebbe di gettare centinaia di milioni di euro nell'inutile, mostruosa e pericolosa opera del Ponte sullo Stretto che le masse popolari non vogliono. È un'opera, infatti, che nasconde la politica della desertificazione dei trasporti al Sud e consente solo che la mafia intaschi ingenti capitali pubblici.
L'intera politica per il Sud è improntata a tagli. Il 26 novembre il governo Berlusconi ha approvato il cosiddetto "piano per il Sud", subito bocciato da CGIL, ma gradito alla CISL, ovviamente. In pratica solo parole e nulla di concreto sui temi del lavoro, sull'emergenza della disoccupazione giovanile e femminile, sulla deindustrializzazione, sulle infrastrutture essenziali, sulla messa in sicurezza del territorio. Nel piano non vi è nulla per evitare che i decreti attuativi del federalismo si trasformino in una ulteriore riduzione dei servizi alle masse meridionali.
Inoltre il Piano non cambia per niente la politica governativa di tagliare le risorse ordinarie e di usare per altro le risorse dei Fondi aree sottoutilizzate (FAS) destinate al Sud. Caso clamoroso quello che ha spostato parte dei fondi ad una scuola privata del Nord!
Rimane, inoltre, irrisolto il nodo delle passate manovre finanziarie, compresa l'ultima legge di stabilità di riduzione della spesa pubblica, che si aggiunge al fatto che la spesa per il Sud è sempre stata bassa ed è in continua diminuzione.
Di fatto sono solo 80 i miliardi di euro di cui ha parlato il ministro per gli affari regionali, Fitto (PDL) e il governo non ha investito alcuna risorsa aggiuntiva ai FAS, che in origine, prima del saccheggio, erano 100 miliardi. Dunque, gli investimenti non sarebbero addirittura neanche pari a quelli sottratti dal governo per coprire altri buchi.
Non vi è un intervento serio sui problemi strutturali del Mezzogiorno. Occorrono, invece, rimedi permanenti e non aleatori per le regioni del Sud.
ll Mezzogiorno ha bisogno, in primo luogo, di un piano politico per spazzare via le mafie istituzionali e non; di un piano straordinario urgente, incentrato sul rilancio del lavoro stabile a salario intero e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati, i precari e i lavoratori; della nazionalizzazione di tutto il gruppo Fiat; dell'assunzione di tutti i precari negli enti pubblici in cui prestano servizio; dell'assunzione di tutti i precari della scuola; di piani straordinari per l'avvio al lavoro stabile per tutti i giovani meridionali; dell'abrogazione di tutte le leggi sul federalismo costituzionale e fiscale; di interventi per creare una struttura economica simile a quella del Centro-Nord, attraverso piani straordinari e la destinazione di ingenti finanziamenti pubblici per lo sviluppo industriale, tecnologico e infrastrutturale, per il rilancio dell'agricoltura e del turismo, il risanamento del degrado ambientale, rurale e urbano; della piena applicazione dei regolamenti per la sicurezza sul lavoro; di piani straordinari urgenti di formazione professionale, per dare lavoro ai "soggetti più deboli".

Le masse lavoratrici e studentesche
Sicuramente il problema principale delle masse popolari del Sud e siciliane è quello del lavoro. In Sicilia i dati dell'occupazione non sono mai stati soddisfacenti, poiché mai vi sono stati degli interventi adeguati dello Stato borghese per risolvere questo annoso problema.
La Sicilia ha la maglia nera della disoccupazione. Dalle stime provvisorie ISTAT per il mese di luglio 2010 emerge un'ulteriore flessione negativa del numero di occupati. In Sicilia il tasso di occupazione è al 42% e quello femminile è intorno al 28%, sempre più distanti dagli obiettivi di Lisbona e dai nuovi di "Europa 2020". In Sicilia il tasso di disoccupazione è aumentato dell'1,4%, attestandosi al 15,4%.
Nel primo semestre del 2010, l'occupazione in Sicilia è diminuita del 2,6%, manifestando una accelerazione della caduta registrata rispetto al 2009. Gli occupati sono diminuiti sia tra gli uomini (-2,4%), sia tra le donne (-2,9%).
Il calo di posti di lavoro ha riguardato tutti i settori, a esclusione dell'agricoltura dove il numero dei lavoratori è cresciuto dell'8,1% rispetto alla prima parte del 2009. È diminuita l'occupazione nell'industria del 3,5%, nelle costruzioni del 10,4%, e nel terziario dell'1,2%. Il Centro ricerche e studi della Cgil (Cerdfos) sottolinea l'incidenza del numero degli "scoraggiati" sul totale nazionale: 322.000, pari al 23%, sul dato italiano di 1.389.000. Gli "scoraggiati" fanno lievitare il tasso di disoccupazione reale della Sicilia fino al 27%. A "soffrire" di più in una situazione di crisi generalizzata sono appunto i giovani il cui tasso di disoccupazione raggiunge il 38,5% (Italia 25,4%), che diventa 44,2% se si considera il solo segmento femminile.
L'andamento della cassa integrazione peraltro, secondo la Cgil, segnala che la crisi è ancora in atto con tendenza in Sicilia ad aggravarsi. Il Cerdfos rileva infatti che tra gennaio e settembre 2010 a livello nazionale la cassa integrazione è aumentata del 50,5%, mentre in Sicilia del 53,5%.
Particolarmente colpito il settore metalmeccanico, nel mese di dicembre si sono susseguite le manifestazioni degli operai, Keller, Italtel, Fiat, sotto la sede del governo regionale, mentre in crisi sono i maggiori siti industriali siciliani, Termini Imerese e Carini (Palermo), Milazzo (Messina), Gela (Caltanissetta), Priolo e Melilli (Siracusa).
Hanno il fiato sul collo anche i dipendenti pubblici siciliani. Alle migliaia di posti di lavoro già tagliati nella scuola e nell'amministrazione pubblica, si aggiungeranno parte di quei 150.000 contratti che il governo nazionale non rinnoverà ai precari dell'amministrazione pubblica.
Di fronte a una situazione del genere è stata vergognosa la presa in giro dei circa 30.000 precari siciliani ai quali con una norma truffa, priva di basi legali, il governo MPA-PD aveva promesso la stabilizzazione. Norma impugnata a fine dicembre dal commissario dello Stato. Niente stabilizzazione ancora per anni, grazie all'incapacità di questo governo!
Sul fronte del lavoro, dobbiamo sapere inserire una critica serrata alle amministrazioni comunali e provinciali delle città in cui siamo presenti, proponendo le nostre rivendicazioni concrete e specifiche. Non è sufficiente diffondere i volantini del Centro del Partito. Per ottenere il radicamento bisogna sapere forgiare l'anello mancante, quello che salda l'analisi generale del Partito alla critica delle istituzioni borghesi locali, alle rivendicazioni particolari. Questo lavoro possono svolgerlo solo le Cellule e se queste non lo svolgono il Partito rimane slegato dalle masse locali.
La linea del Partito va calata nel particolare di una specifica città, di una specifica lotta, attraverso documenti, volantini, manifesti, comunicati stampa che denunciano le cose locali che non vanno. Su questo mi sembra che in Sicilia siamo ancora indietro, anche se Troina sta dando qualche buon esempio. Bisogna intervenire sistematicamente e senza soluzione di continuità sui problemi politici e sociali che riguardano le proprie città, tenendo nel mirino la giunta.
Bisogna occuparsi a fondo della disoccupazione.
Tutti i compagni devono conoscere la situazione delle proprie città. A Palermo, la disoccupazione secondo statistiche pubblicate a inizio 2010, toccava quota 17,1%. Il ricorso alla cassa integrazione negli ultimi due anni nel capoluogo siciliano è cresciuto del 65,4%. Il declino produttivo dei poli industriali di Carini e Termini Imerese e la crisi dell'indotto hanno contribuito all'impennata del ricorso alla cassa integrazione.
A Catania e provincia non lavora il 50% dei giovani. All'inizio del 2010, il tasso di disoccupazione superava il 20%. La percentuale più alta era quella femminile che arrivava al 30,6%. L'industria perdeva un buon 10% di occupati e nell'agricoltura si rilevava un calo del 40% delle giornate lavorative, secondo dati della Cgil.
Sempre secondo dati della Cgil Dal 2007 al 2009 in provincia di Messina si sono persi più di 11 mila posti di lavoro e il tasso di occupazione nella fascia tra i 25 e i 34 anni è sceso al 48% contro una media nazionale del 67,5%.
Nei primi 7 mesi del 2010, sono state erogate oltre un milione 200mila ore in più di Cassa integrazione straordinaria rispetto allo stesso periodo del 2009. Un incremento esponenziale dovuto soprattutto alla crisi del settore industriale metalmeccanico, manifatturiero e dei servizi. La provincia ha perso 1.500 posti di lavoro solo nella scuola, migliaia di contratti precari non sono stati rinnovati nelle pubbliche amministrazioni.
La provincia di Siracusa ha il triste primato della disoccupazione in Sicilia. Solo il 45% dei giovani è occupato. L'economia siracusana continua a reggersi, per oltre la metà, sulle forze delle industrie del polo petrolchimico ed energetico che, tuttavia, è in crisi.
Le domande di disoccupazione nella provincia di Agrigento nel 2009 sono aumentate del 52% rispetto all'anno precedente. I dati riferiti dall'Inps parlano chiaro. E il 2010 non è andato certamente meglio. Non va meglio a Trapani, dove la disoccupazione effettiva supera il 20%.
La provincia di Caltanissetta ha un tasso di disoccupazione altissimo, più del doppio della media nazionale. In provincia di Enna nel primi 9 mesi sono state erogate 451.571 ore di cassa integrazione, tra ordinaria, straordinaria e in deroga.
Il crollo della provincia di Ragusa nelle statistiche sull'occupazione c'era già stato a cavallo tra la fine del 2008 e gli inizi del 2009. I numeri più allarmanti riguardavano l'agricoltura, con un tonfo dell'occupazione pari a meno 21%, la percentuale più negativa. La flessione del settore agricolo aveva riguardato anche le altre province isolane. Il recupero dell'occupazione su questo settore avutasi nel primo semestre del 2010 va, comunque, valutato alla luce delle migliaia di posti di lavoro persi negli anni precedenti e, comunque, più in generale alla luce della profonda crisi agricola in cui versa la regione.
Bisogna occuparsi anche della povertà. La privatizzazione di servizi vitali, con l'aumento esponenziale delle tariffe, la diminuzione della capacità d'acquisto dell'euro, infatti hanno favorito il dilagare della povertà nell'isola. La regione detiene il record nazionale delle pensioni e degli assegni sociali erogati dall'Istituto nazionale previdenza sociale (INPS).
Un siciliano su due può essere considerato povero, è questa l'impietosa analisi che emerge dagli studi del Cerdfos. I dati rivelano che le famiglie siciliane che si trovano sulla soglia di povertà sono 480 mila, ovvero il 18% del totale delle famiglie italiane disagiate.
Sempre secondo il centro studi della CGIL, la Sicilia si distingue per reddito medio tra i più bassi d'Italia e per la maggiore concentrazione della ricchezza in poche mani. Il problema salariale e pensionistico è gravissimo in Sicilia e rischia di aggravarsi nei prossimi anni. I salari sono eccessivamente bassi, specie per i giovani operai precari. Di questo passo, di certo, soprattutto gli operai in nero, non solo non hanno alcuna possibilità di crearsi una prospettiva lavorativa, ma non hanno alcuna possibilità di arrivare ad una pensione.
Un altro fronte della nostra lotta per il radicamento è quello della condizione delle masse giovanili siciliane.
Il livello qualitativo dell'istruzione offerta ai giovani e giovanissimi siciliani ha subìto un tracollo con il taglio di migliaia di posti di lavoro nella scuola di ogni ordine e grado, nella diminuzione delle ore di lezione, nell'annullamento del tempo pieno già abbastanza limitato. Sul fronte universitario la controriforma Gelmini colpisce maggiormente le università meridionali. Il taglio dei fondi unito al disinteresse dei privati a investire creerà delle situazioni disastrose. Si parla già di accorpamenti e chiusure di atenei, mentre le tasse aumentano e le baronie e le parentopoli siciliane si consolidano proprio grazie ai provvedimenti della Gelmini.
A questa situazione si aggiunga la disoccupazione alle stelle, come abbiamo visto e in continuo aumento, la sempre maggiore diffusione del lavoro nero, ipersfruttato e sottopagato, del precariato, dei licenziamenti e dell'emigrazione giovanile.
Questa congiuntura economica, sociale e politica ha determinato una condizione generazionale di mancanza di prospettive come in Sicilia non si vedeva dall'immediato dopoguerra. Ma ha anche determinato la particolare combattività dei giovani siciliani, del movimento studentesco palermitano, catanese e siciliano che ha saputo saldare le rivendicazioni sulla difesa del diritto allo studio, a quelle del lavoro e del futuro, con la richiesta di farla finita con il governo del massacro sociale di Berlusconi, definito da più parti una dittatura fascista.
La protesta degli studenti a Palermo e Catania ha raggiunto livelli di combattività non visti da anni. Gli studenti hanno messo in atto tutte le forme di lotta conosciute, arrivando a bloccare stazione, porto e aeroporto, e ad attaccare le sedi istituzionali siciliane. Ciò rientra nel fatto storico, come l'ha definito l'Ufficio stampa del PMLI, che si è verificato il 14 dicembre con l'assedio e l'assalto del parlamento da parte di oltre 100 mila manifestanti, in contemporanea alle manifestazioni di massa in tante città d'Italia, per chiedere le dimissioni del governo Berlusconi.

Il lavoro del PMLI in Sicilia
"Il fronte operaio e sindacale e il fronte studentesco - ha affermato il Segretario generale del Partito, compagno Giovanni Scuderi, nelle sue conclusioni al 5° Congresso - sono i fronti principali sui quali dobbiamo concentrare attualmente i nostri sforzi... Lavorando su questi fondamentali fronti con perseveranza, con le idee tattiche, strategiche e programmatiche chiare e ben definite dal Congresso e applicando i tre elementi chiave e le 4 indicazioni riusciremo a coinvolgere, e attirare a noi, anche le masse femminili, essenziali per lo sviluppo della lotta di classe e del PMLI. In ciò contiamo soprattutto sui nostri operai, lavoratori e studenti di ambo i sessi che devono divenire dei leader sindacali e studenteschi.
Le officine, le fabbriche e ogni luogo di lavoro, le scuole e le università - concludeva Scuderi - devono essere i principali ambienti del nostro lavoro di massa, nel tempo devono diventare delle fortezze del Partito in cui dobbiamo essere presenti con delle Cellule, soprattutto nei luoghi di lavoro".
Dobbiamo, allora, incrementare gli sforzi collettivi e individuali per stare in mezzo ai lavoratori e agli studenti, sfruttando al meglio tutte le situazioni che si presentano e realizzando iniziative specifiche del Partito.
I lavoratori e gli studenti marxisti-leninisti hanno un ruolo fondamentale per radicarci nel movimento operaio e studentesco.
Al primo posto del lavoro di massa del PMLI sta il lavoro nel sindacato. La linea sindacale del Partito va conosciuta alla perfezione e applicata con intelligenza tattica. A noi non interessa occupare poltrone di potere nel sindacato tanto per farlo. I posti vanno conquistati in base alla linea sindacale del PMLI, se così non è essi sono soltanto posti di comando revisionisti.
Ma sia che siamo nei direttivi, sia che non lo siamo, dobbiamo sempre stare alla testa delle lotte sindacali e occuparci seriamente dei problemi dei lavoratori della propria azienda e della propria categoria e, più in generale, di tutti i lavoratori.
Speravamo di fare una bella esperienza in una fabbrica metalmeccanica di Messina, ma, purtroppo, finora, non abbiamo ottenuto quello che auspicavamo. Su questo il compagno responsabile deve delle doverose e convincenti spiegazioni e impegnarsi concretamente e definitivamente a mettere in pratica la linea sindacale del Partito.
Come voi sapete è saltata l'esperienza sindacale tra gli edili per l'incorreggibile individualismo e opportunismo di un ex-militante del PMLI, che ha capitolato alla destra della Cgil.
Non è facile tenere una posizione di classe e marxista-leninista nel lavoro di fabbrica e sindacale, ma non è neanche impossibile se si è veramente marxista-leninista, se non si ha paura di pagare le conseguenze, se si fanno gli interessi dei lavoratori, se si è capaci di legarsi ai lavoratori e se si fa una corretta politica sindacale di fronte unito.
Anche se non siamo dentro i luoghi di lavoro e dentro il sindacato dobbiamo lo stesso portare agli operai e ai lavoratori la nostra proposta sindacale, e le nostre proposte su eventi concreti che riguardano la loro vita, volantinando davanti alle fabbriche, durante le manifestazioni di piazza sindacali. Dobbiamo legare i problemi concreti e particolari degli operai e dei lavoratori alle questioni generali e alla linea generale e sindacale del Partito, come abbiamo già detto. Dobbiamo riuscire a diventare in ogni realtà locale il punto di riferimento degli operai più avanzati in lotta, conoscendo la situazione locale alla perfezione, conoscendo i problemi dei lavoratori dei vari settori del nostro territorio. Dobbiamo sapere intervenire con cognizione di causa sulle vertenze che riguardano la classe operaia e i lavoratori della nostra regione, provincia e città. Dobbiamo intervenire con comunicati stampa di appoggio delle lotte dei lavoratori. Dobbiamo portare loro i nostri comunicati di solidarietà. Dobbiamo intervistare i lavoratori in lotta, dobbiamo chiedere loro di intervenire su "Il Bolscevico". Dobbiamo fare articoli sul problema del lavoro, non solo dell'industria, ma anche dell'agricoltura.
Dobbiamo sostenere con tutte le nostre forze la battaglia della Fiom, che riguarda l'intera classe operaia e tutti i lavoratori, contro l'accordo separato di Mirafiori, imposto da Marchionne, che ha cancellato il contratto nazionale e lo Statuto dei lavoratori e ha restaurato le relazioni industriali mussoliniane.
Appoggiamo lo sciopero indetto dalla Fiom e chiediamo alla CGIL e ai sindacati non confederali di proclamare uno sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale sotto palazzo Chigi.
Per radicarci all'interno delle scuole, delle università e del movimento studentesco contiamo molto sull'azione degli studenti marxisti-leninisti: il loro lavoro è essenziale e imprescindibile. Finora abbiamo fatto un ottimo lavoro di propaganda sul fronte studentesco, presenziando a tutte le manifestazioni studentesche a Palermo e Catania. Ma d'ora in poi occorre che gli studenti marxisti-leninisti, in particolare quelli catanesi, si calino all'interno delle proprie facoltà e università per applicare la linea studentesca e dell'istruzione del PMLI. Nel confronto con le altre posizioni e interessandosi dei problemi in discussione, devono cercare di farsi una base e di emergere come leader studenteschi.
Essi devono sostenere la linea del comunicato "Un fatto storico" e degli articoli comparsi in prima e seconda pagina dei numeri 45, 46, 47 di quest'anno de "Il Bolscevico" per contrastare le sirene borghesi e pacifiste che mirano a depotenziare la lotta studentesca, criminalizzando l'assedio e l'assalto al Parlamento, la fiera battaglia studentesca per le vie di Roma il 14 dicembre e quella di Palermo del 22.
I problemi del radicamento del Partito tra gli studenti, sicuramente li risolveremo se sapremo fare bene il lavoro di massa studentesco. Dobbiamo unirci con tutti coloro che condividono le nostre posizioni e con chi è vicino alle nostre posizioni per battere le posizioni della destra del movimento studentesco.
Ovunque operiamo è importante individuare la contraddizione principale, e quindi il nemico o l'avversario principale per evitare di mettere sullo stesso piano l'avversario principale e quello secondario e così bruciarci ogni alleanza. L'obbiettivo delle alleanze su cui si basa il lavoro di massa è cercare di unire la sinistra, conquistare il centro e neutralizzare la destra. È bene, dunque, che ci siano dei compagni, soprattutto i giovani, concentrati sul lavoro di massa studentesco.
Nelle manifestazioni studentesche, come del resto in quelle sindacali si può essere presenti come Partito o come semplici studenti, oppure in tutte e due le forme, dipende dalla situazione concreta, dalle forze a disposizione, dagli obbiettivi che vogliamo raggiungere e da scelte tattiche.
Intanto, le affissioni davanti a scuole e università è bene farle, in tutte le città in cui siamo presenti.
Certe sono due cose, però: è bene che ci siano dei compagni concentrati sul lavoro di massa studentesco, soprattutto i giovani e, in ogni caso, le affissioni davanti a scuole e università è bene farle, in tutte le città in cui siamo presenti.

Considerazioni conclusive
Questi sono i nostri due principali fronti del radicamento. Tuttavia vi sono delle eccezioni che confermano quella regola. Per esempio, nella provincia di Catania siamo impegnati nel comitato catanese per la ripubblicizzazione dell'acqua e nelle lotte antirazziste. Un elogio va fatto al Segretario della Cellula "Stalin" per il grande lavoro di orientamento che ha svolto in seno al comitato per la ripubblicizzazione dell'acqua nella provincia di Catania. Un elogio anche per l'attività politica di appoggio al movimento antirazzista catanese di cui la Cellula "Stalin" è parte integrante. Questi fronti ci impegnano quasi tutto il tempo politico, ma è bene cominciare a riflettere sulla possibilità che dei compagni studenti vengano spostati sul fronte studentesco e giornalistico.
In altre zone della Sicilia non siamo attualmente impegnati in fronti che ci impediscano di lavorare tra gli operai o gli studenti. A Palermo abbiamo fatto un ottimo lavoro per propagandare la nostra linea tra gli studenti, grazie a un nostro simpatizzante a cui vanno i ringraziamenti del Partito. Anche a Troina non ci sono ostacoli, attualmente, perché i compagni si concentrino sulla denuncia della giunta comunale sul fronte del lavoro. A Messina avremmo potuto arrivare ben oltre nel fronte comune contro la costruzione del Ponte ma, purtroppo in quella città, dopo un inizio brillante, la Cellula non è mai veramente riuscita a intraprendere un lavoro politico sufficiente, a causa della mancanza della conoscenza della linea politica e organizzativa del Partito, dell'accettazione dello stile di lavoro marxista-leninista, del principio del centralismo democratico e del principio della critica e dell'autocritica. Noi auspichiamo che, finalmente, i compagni messinesi, acquisiscano la linea del Partito e si mettano a lavorare. Lo stesso dicasi per i compagni della provincia di Agrigento.
Per ultimo, ma non certo in ordine per importanza, trattiamo delle elezioni amministrative che si terranno nella prossima primavera e che vedranno coinvolti alcuni paesi di province in cui siamo presenti. Sono previste elezioni per il rinnovo dei consigli comunali e l'elezione dei neopodestà nelle province di Palermo, Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, Agrigento. Le Cellule che ne hanno la possibilità dovrebbero effettuare almeno un volantinaggio nei paesi vicini dove si svolgono elezioni amministrative. La Cellula "Stalin" della provincia di Catania è tenuta a fare un volantinaggio a Ramacca e, se dall'amministrazione straordinaria per infiltrazioni mafiose si andrà al voto, come è quasi certo, anche nel comune di Aci Bonaccorsi.
I compagni della provincia di Palermo potrebbero svolgere una diffusione a Bagheria, praticamente alle porte di Palermo. Anche i compagni di Troina, Messina e Agrigento, potrebbero organizzare una diffusione nelle loro province.
Date le forze e i mezzi di cui disponiamo attualmente, in questa campagna elettorale impegniamoci in una semplice diffusione anche una sola volta, scelta in un momento di massima attenzione delle masse popolari, come l'ultimo venerdì di campagna elettorale.
Ovviamente la situazione potrebbe cambiare da un momento all'altro. In base all'evoluzione delle alleanze e delle rotture in seno al IV governo Lombardo potremmo anche doverci confrontare con una battaglia politica per le elezioni del parlamento e del governatore siciliani.
Cari compagni siciliani,
ci attende un anno di lavoro molto impegnativo. Ma noi dobbiamo mettercela tutta concentrando i nostri sforzi nel radicamento per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso per avanzare a grandi passi verso la conquista dell'Italia unita, rossa e socialista. Non dimentichiamo mai che, intanto, il nostro compito è quello di spingere le masse ad un nuovo 25 Aprile per liberarsi del nuovo Mussolini.
Lavoriamo con intelligenza tattica, distribuendo bene le forze ed elaborando dei precisi e coerenti piani per radicarci nei nostri luoghi di lavoro, di studio e di vita!
W Il PMLI!
W le Cellule e Organizzazioni siciliane del PMLI!
W i militanti e i simpatizzanti attivi siciliani del PMLI!
Abbattiamo il governo del neoduce Berlusconi!
Abbattiamo il governo del mafioso Lombardo!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

12 gennaio 2011