Criminali bombardamenti della Nato Vittoria del popolo libico. Abbattuto il regime di Gheddafi Il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) libico ha lanciato il 30 agosto da Bengasi un ultimatum ai militari asserragliati nella città di Sirte e in alcuni altri centri minori ancora fedeli a Gheddafi affinché si arrendano entro pochi giorni: in poco più di una decina di giorni l'offensiva finale lanciata dagli insorti ha travolto le difese di Tripoli. Nella capitale, al momento in cui scriviamo, continuano gli scontri, Gheddafi è introvabile con le forze del Cnt, dei servizi inglesi e francesi e gli aerei della Nato che continuano a dargli la caccia ma oramai il suo regime è crollato, non esiste più. Il popolo libico ha vinto. Ha vinto una prima importante battaglia per la democrazia e la libertà, altre lo aspettano affinché non cada dalla padella di Gheddafi nella brace imperialista. In contemporanea all'annuncio del presidente del Cnt da Bengasi ha parlato la Nato, il cui portavoce da Bruxelles ha sottolineato che le operazioni continuano, "la nostra missione è ancora necessaria", in particolare nella zona di Sirte. Non ha spiegato come i bombardamenti sulle truppe rimaste fedeli a Gheddafi possano rientrare nella missione "umanitaria" della Nato per proteggere i civili, non poteva farlo ma non ce ne è stato bisogno, oramai non serve più nemmeno il richiamo formale alla risoluzione Onu numero 1973 del 17 marzo scorso che ha legittimato l'aggressione imperialista alla Libia. L'offensiva finale delle forze del Cnt era scattata il 19 agosto e in un paio di giorni gli insorti prendevano definitivamente il controllo di alcune località strategiche al centro da mesi degli scontri, dall'importante porto petrolifero di Brega, alla città di Zlitan a quella di As Zawiyah, a soli 30 chilometri a ovest della capitale, con la sua grande raffineria e lungo la principale strada di collegamento con la Tunisia. Da queste località partiva l'attacco a tenaglia su Tripoli, nei cui quartieri periferici gli scontri iniziavano già il 21 agosto e dove si facevano intensi i bombardamenti Nato, che colpivano le caserme e i centri di comando dell'esercito di Gheddafi come pure le abitazioni. Le sedi militari erano raggiunte successivamente da reparti degli insorti guidati in diversi casi dalle "truppe speciali" imperialiste. Il mandato Onu escludeva l'impiego di truppe di terra, un impiego formalmente accettato ma contemporaneamente violato dalla Gran Bretagna; lo ha ammesso il ministro degli esteri William Hague che ha confermato come le Sas britanniche siano sul terreno per ordine del premier Cameron. Violato da agenti americani, francesi e qatarioti impegnati quantomeno a dirigere i tiri dei bombardieri. Gli scontri principali a Tripoli terminavano il 28 agosto e i rappresentanti del Cnt dichiaravano l'emergenza umanitaria per la mancanza di acqua, scorte di viveri, elettricità, carburante e medicinali negli ospedali dove moltissimi feriti sono morti per mancanza di cure. Il Cnt ha chiesto un immediato aiuto umanitario e finanziario, non ha soldi nemmeno per pagare i propri dipendenti. Dovrebbe attendere che le Nazioni Unite revochino l'embargo imposto lo scorso marzo sulla Libia per poter accedere ai beni libici sequestrati nelle banche di Washington, Londra e Parigi che si trattengono oltre 100 miliardi di dollari. L'Onu può sbloccare i fondi al momento in cui il Consiglio transitorio sarà riconosciuto come il legittimo rappresentante della nazione libica. Per le emergenze stanno studiando una soluzione i tre paesi che hanno diretto l'aggressione imperialista e che si pongono come principali tutori della nuova Libia e del suo petrolio insieme all'Italia. 31 agosto 2011 |