Contro i responsabili della devastazione ambientale Viva le barricate della rivolta popolare di Terzigno e Boscoreale contro la seconda megadiscarica Le popolazioni in lotta, con in testa le mamme vulcaniche, e i loro comitati non si piegano alle false promesse e all'assedio degli squadristi in divisa del regime del nuovo Mussolini. Grande partecipazione popolare nei cortei. Contestati duramente dalla folla i sindaci dell'Area vesuviana Il PMLI nel fuoco della lotta. Fermati e identificati nostri compagni nei pressi del presidio Dal nostro corrispondente della Campania Il vergognoso coperchio mass-mediatico, orchestrato dagli squadristi in divisa del regime del nuovo Mussolini per non fare conoscere cosa si sta compiendo a Terzigno e Boscoreale, sta oscurando la realtà, ossia il vigliacco tentativo di soffocare con la violenza dei manganelli, dei gas lacrimogeni, degli arresti e delle cariche indiscriminate la giusta e coraggiosa rivolta popolare che si oppone al criminale progetto dell'apertura della più grande discarica di rifiuti in Europa nel parco vesuviano, in zona avvelenata da un'altra grande discarica. Ebbene sì, da quattro settimane in questi comuni si sta assistendo all'ennesima dimostrazione di cosa intenda per democrazia lo Stato borghese in camicia nera: violenza indiscriminata per chi "osa" dissentire dalle decisioni prese da chi governa. Nonostante una repressione come da tempo non si vedeva nella nostra amata regione, le masse rispondono con fermezza e decisione agli invasori, le "forze dell'ordine", che hanno stretto questi paesi del vesuviano sotto un vero e proprio assedio militare. A Terzigno e Boscoreale, come già avvenne a Chiaiano nel maggio del 2008, una intera e coesa popolazione si batte per il diritto non trattabile alla salute e all'ambiente. Da settimane, con grande coraggio, le popolazioni ricorrono alla loro più valida arma di opposizione: la rivolta di massa. Non cederanno, anzi. Chiamano "Rotonda della Resistenza" la piazza che smista alla discarica e punto del loro presidio permanente. Qui le barricate delle masse chiudono al passaggio ogni incrocio che porta alla discarica Sari presidiata notte e giorno da un ingente schieramento di blindati di polizia, carabinieri e guardia di finanza. La violenta repressione neofascista Neanche l'ultima dichiarazione rilasciata dal nuovo Mussolini Berlusconi spaventa i rivoltosi: "A Napoli ripristineremo tutto in 10 giorni" ha detto con tracotanza annunciando l'arrivo a Terzigno del capo della protezione civile Bertolaso. Un film già visto che ha un solo significato: pur di far tacere i vesuviani invieranno quanti più poliziotti e militari gli sarà possibile per domare col pugno di ferro la ribellione popolare. Nei loro agguerriti cortei, come sempre, in prima fila ci sono le coraggiose mamme vulcaniche coi bimbi al seguito, assieme ad anziani e giovani che non si piegano di fronte alla repressione neofascista scatenata dalle "forze dell'ordine" di Maroni. La rabbia di queste popolazioni si è toccata con mano in questi giorni alla "Rotonda della Resistenza", ed è esplosa con metodi di lotta giusti e validi, riuscendo a respingere notte e giorno i compattatori stracolmi di immondizia e veleni e fronteggiando con coraggio le cariche dello squadrismo poliziesco di Stato che ha seminato, e continua a seminare, inaudite rappresaglie contro chi lotta in piazza per difendere con le unghie e con i denti la volontà popolare che ha espresso il suo netto NO alla discarica. Il bollettino di guerra di queste giornate conta decine di feriti tra i manifestanti, molti colpiti a sangue freddo dalle manganellate ma anche dai bossoli dei gas lacrimogeni sparati alle gambe e alla schiena. Una ragazza è stata colpita con un pugno da un celerino, che le ha spaccato il naso, mentre fotografava il pestaggio di un'anziana da parte dei "tutori dell'ordine"; un altro giovane antidiscarica è stato investito da un blindato della polizia che correva a tutta velocità verso i manifestanti che si ritiravano, procurandogli diverse lesioni al corpo. Nelle cariche poliziesche si stanno usando abbondantemente i famigerati lacrimogeni a base di Cs (quelli del G8 di Genova), vietati dalla convenzione di Ginevra per uso militare perché il Cs è considerato un gas venefico di cui ancora non si conoscono pienamente gli effetti sulla salute. Domenica 24 ottobre tre giovani sono stati arrestati e accusati di aver "assaltato" un'auto civetta in borghese della polizia. Le testimonianze delle masse invece smentiscono la vile accusa, ossia la versione che emerge è molto differente da quella "ufficiale". Alcuni ragazzi sono stati "rastrellati" per strada, in maniera del tutto gratuita, mentre prendevano la macchina in un contesto assolutamente tranquillo. Una gesto arbitrario che ha suscitato la spontanea protesta di vari loro amici e di fronte alla quale i poliziotti hanno reagito sparando, secondo i testimoni, almeno 16 colpi in aria! Un particolare tralasciato dalle agenzie della questura. Sono stati raccolti alcuni bossoli e verranno presentati in conferenza stampa, ma subito il fascio-leghista ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha trovato l'occasione in merito a questo episodio per dichiarare con toni da vero scelbiano di regime: "Deporre le armi o interverremo in modo più duro". È ormai dal 27 settembre che Boscoreale è circondata totalmente dalle "forze dell'ordine", dalla statale 268 fino al confine con Villa dei Misteri a Pompei. Intanto quello che sta avvenendo a Terzigno e Boscoreale viene come sempre definito (da copione) dai media asserviti al regime dalle nere istituzioni borghesi una protesta illegittima, violenta e manovrata da elementi in odore di camorra in connubio con i centri sociali antagonistici: tutto falso! Si tratta invece di una grande rivolta popolare e di migliaia di famiglie che combattono per non farsi uccidere dalla politica criminale e fascista sui rifiuti imposta dal governo Berlusconi e dei suoi gerarchi locali. Le manifestazioni e le contestazioni ai sindaci dell'area Le imponenti manifestazioni che si stanno svolgendo in questi giorni lo dimostrano ampiamente, in piazza c'è un intero paese che si ribella alle malefatte dei governanti locali e nazionali e alle loro scellerate gestioni sullo smaltimento dei rifiuti. Nei loro slogan, nei loro cartelli e striscioni vi è una grande consapevolezza e coscienza che si sta combattendo in maniera dura questo regime che li opprime e li condanna a vivere vicino alle discariche per poi morire di cancro e di tante altre malattie. Domenica 24 ottobre, dopo il rientro dei sindaci dell'Area vesuviana dall'incontro-accordo su sei punti con il tracotante Bertolaso, a Boscoreale sono stati fischiati dalla folla che gli gridava: "Venduti, buffoni, servi del governo". Il piano dei sei punti tenta di ingabbiare, tramite delle false promesse, la lotta che stanno portando avanti le popolazioni della zona del Vesuvio. Il PMLI al fianco delle masse popolari nella lotta I marxisti-leninisti campani stanno partecipando attivamente, nell'ambito del lavoro di massa, alle proteste e alla lotta in corso a Terzigno, Boscoreale, Chiaiano e Sant'Arcangelo Trimonte. I nostri compagni, diretti dal Responsabile regionale del Partito, compagno Franco Di Matteo, vengono accolti con calore e spirito unitario dalle popolazione di questi fronti di lotta in corso. Ringraziamo gli attivisti antidiscarica di Boscoreale per il loro appoggio logistico dato ai nostri militanti e simpatizzanti durante una situazione difficile. Altresì denunciamo il fermo e l'identificazione da parte delle "forze dell'ordine" del compagno Di Matteo e di altri due compagni di Napoli e Avellino, fermo avvenuto domenica 24 ottobre sulla strada che porta al presidio. Il PMLI, come le popolazioni vesuviane in lotta, non si farà intimidire dalle provocazioni e dalle minacce degli squadristi in divisa, ma proseguirà la sua strada al fianco delle masse in lotta per un nuovo piano rifiuti basato sulla raccolta differenziata porta a porta e per abbattere questo infame regime neofascista del nuovo Mussolini. 27 ottobre 2010 |