Passa l'iniziativa reazionaria papalina e antifemminile di Buttiglione (UDC) sostenuto dal PDL Alla Camera voto trasversale contro il diritto di aborto La destra del PD vota a favore, il resto si astiene come l'Idv La mozione antiabortista sarà proposta all'Onu Il 15 luglio la Camera nera ha approvato la mozione che impegna il governo a farsi promotore presso le Nazioni Unite di una risoluzione che "condanni l'uso dell'aborto come strumento di controllo demografico ed affermi il diritto di ogni donna a non essere costretta o indotta ad abortire". L'iniziativa partita dal presidente dell'UDC, Rocco Buttiglione, è passata con i voti favorevoli di PDL, Lega e UDC e con la benevola astensione di PD e IdV. Addirittura Paola Binetti e soci, i cosiddetti teodem del PD, hanno votato a favore. PD e radicali avevano presentato delle proprie mozioni, che non sono passate integralmente per un soffio, e che avevano un dispositivo quasi identico a quella della maggioranza, mettendo solo un accento sulla necessità di promuovere la contraccezione. Il giubilo della destra cattolica Leggere le dichiarazioni di giubilo della destra clericale e fascista dopo il voto della Camera e le parole di elogio verso l'opposizione parlamentare sono illuminanti. Buttiglione: "L'aborto è una ferita nella coscienza nazionale, che ci ha lacerati e divisi. Ma oggi è possibile unire spiritualmente tutta la nazione italiana: perché sia coloro che hanno sostenuto la legge 194, sia quelli che l'hanno ostacolata, hanno in parte cambiato idea. E l'Italia può guidare una grande campagna internazionale, per raggiungere l'obiettivo che si sono dati il Papa e Obama: meno aborti". Presentata come una risoluzione a favore delle donne costrette ad abortire in Cina e in altri Paesi del Terzo mondo, in realtà questa iniziativa reazionaria, papina e antifemminile è l'ennesimo attacco al diritto di aborto e alla legge 194 e il tentativo di imporre a tutto il Paese la concezione cattolica, antiscientifica e medievale della vita. Non solo si vuol fare dello Stato italiano uno Stato teocratico e confessionale, ma si pretende che esso diventi il battistrada e il docile strumento della strategia egemonica della Chiesa cattolica nel mondo. Così il neocrociato Buttiglione si gonfia il petto quando annuncia che "Carlo Casini e Magdi Allan proporranno una risoluzione al Parlamento europeo, a favore della moratoria; se sarà approvata, come credo, sarà difficile per i 27 Paesi d'Europa non sostenerla all'Onu. Luca Volonté presenterà la stessa risoluzione al Consiglio d'Europa, dove i Paesi rappresentati sono una quarantina". E ancora: "Andrò in America, con il sostegno di Mary Ann Glendon, l'ex ambasciatrice presso la Santa Sede, che mi farà incontrare sia i movimenti per la vita, sia l'amministrazione Obama. Il presidente ha promesso al Papa che si batterà per far diminuire il numero degli aborti, ma non vuole entrare in contraddizione con la sua politica: la moratoria può essere il modo per trarsi dall'imbarazzo. Ne ho parlato con monsignor Martino, il presidente della Pontificia Commissione Giustizia e Pace". Proprio il cardinale Renato Raffaele Martino ha fatto sapere il suo apprezzamento al voto della Camera: "È un sì alla vita, un grande passo avanti nella promozione del diritto fondamentale alla vita". "Mi auguro - ha detto - che ora la mozione vada avanti fino all'Onu dove possa raccogliere altri consensi". La connivenza della "sinistra" borghese Buttiglione dice che il movimento da lui promosso non è contro la legge 194. "Noi la legge non vogliamo cambiarla - sostiene -. Meno che mai l'articolo 1, secondo cui l'aborto non è uno strumento di controllo delle nascite. L'ha detto benissimo Livia Turco: l'aborto non è un diritto, ma una spaventosa necessità. Tutti siamo cambiati. Chi volle la 194 oggi riconosce, grazie pure alle scoperte scientifiche su embrioni e Dna, che il feto non è un grumo di sangue nel corpo della donna, il feto è una vita". Le forze clericali e fasciste che da sempre hanno tentato in ogni modo di cancellare la 194, oggi possono sostenere che ciò non è più necessario perché ormai essa non solo è stata vanificata nella pratica attraverso la mancanza di mezzi, strutture e personale medico non obiettore, la sottrazione di risorse umane ed economiche e protocolli di attuazione sempre più restrittivi, ma è stata anche completamente svuotata di ogni contenuto progressista e democratico a favore di una interpretazione addirittura antiabortiva della legge. Inutile dire che ciò è stato possibile perché, come abbiamo denunciato fin dal 1978, la legge 194 fu frutto del compromesso fra l'allora DC e PCI revisionista in piena era di "solidarietà nazionale" e offriva, fin dall'articolo 1, il fianco agli antiabortisti. Ma soprattutto è stato possibile per l'ignavia, la debolezza e la connivenza della "sinistra" borghese che gradualmente ma inesorabilmente si è omologata completamente alla destra borghese sulla concezione cattolica della famiglia, della morale sessuale, della vita e della morte. Una parabola che parte già dalle dichiarazioni contro l'aborto dell'ex craxiano Giuliano Amato nel 1987, riprese poi da D'Alema nel 1995 nella famigerata intervista a "Famiglia cristiana" dove sosteneva che andava rivista la legge 194 perché "il valore della vita unisce, non divide e la sinistra fa malissimo a lasciare alla destra la difesa della vita". Per finire con Veltroni che dichiarando che "L'aborto non è un diritto assoluto, ma è sempre un dramma da contrastare", si rese addirittura disponibile al dialogo con il rinnegato del comunismo ed ex agente della Cia dichiarato, Giuliano Ferrara, che nel gennaio 2008 lanciò un provocatorio appello per la moratoria sull'aborto paragonandolo alla pena di morte. Il voto trasversale della Camera ha chiuso il cerchio e reso evidente che la "sinistra" borghese non è affidabile neanche nella difesa dei più elementari diritti democratico borghesi strappati con dure lotte e sacrifici dalle masse femminili e popolari. L'aborto è un mezzo di controllo delle nascite Noi marxisti-leninisti continueremo a difendere la legge 194 e il diritto di aborto e a sostenere e propagandare la concezione materialistica dialettica della vita umana. Che la vita umana inizi fin dalla fecondazione è un dogma e non certo una verità provata. Non è infatti dimostrato scientificamente, né lo potrà mai essere, quando inizia realmente la vita umana. La dottrina cattolica definisce vita umana l'unità dello spirito e del corpo, tuttavia mai potrà dimostrare scientificamente l'esistenza dell'"anima" e la sua presenza già nell'embrione e nel feto, dal momento che tale esistenza è un puro atto di fede. Noi non siamo affatto d'accordo che la vita umana inizia all'atto della fecondazione. La fecondazione è semplicemente l'inizio della vita biologica di un nuovo organismo, ma siamo ancora lontani da un vero e proprio embrione uman o e ancor di più da un vero e proprio essere umano. Per noi la vita umana inizia con la nascita poiché è con questo atto che l'essere vivente compie un salto di qualità fondamentale e determinante che lo distingue da ogni altro essere. In nessun caso possiamo accettare l'idea metafisica che quel che potenzialmente può divenire una persona è già tale e ha gli stessi diritti di chi è già nato, in questo caso della donna. In questo quadro l'aborto è ed è sempre stato un mezzo per il controllo delle nascite. Vietarlo o comunque renderlo non pienamente accessibile, equivale semplicemente a ricacciarlo nella clandestinità e a perseguire moralmente e penalmente le donne che vi ricorrono. Occorre sbarrare il passo alla strategia egemonica della Chiesa cattolica, avallata e legittimata dalla destra e dalla "sinistra" borghese, e a chi pretende di ripiombare le donne nella subalternità sociale, familiare, maritale e sessuale e l'intero nostro Paese nell'oscurantismo medievale. Siamo certi che queste sono la volontà e l'aspirazione delle masse femminili e della maggioranza del nostro popolo, comprese le masse cattoliche democratiche e progressiste. 22 luglio 2009 |