Negli Stati Uniti, sotto la parola d'ordine "Occupiamo Wall Street" I giovani ancora in piazza contro i banchieri 700 manifestanti arrestati sul ponte di Brooklyn La protesta contro lo strapotere delle banche e delle finanziarie e contro le diseguaglianze sociali da parte di alcune centinaia di manifestanti era iniziata il 17 settembre a New York. Il luogo scelto per creare il quartier generale della protesta è stato lo Zuccotti Park (adesso ribattezzato Liberty Park), nel distretto finanziario di Manhattan, a un passo dai grattacieli di Wall Street, la strada in cui ha sede la borsa di New York. Un luogo simbolico per il movimento che si chiama Occupy Wall Street (Occupiamo Wall Street) per contestare anche le politiche seguite per fronteggiare la crisi economica dall'amministrazione Obama. I manifestanti accampati nel parco hanno raccolto sostegno e solidarietà crescenti dalla popolazione che ha offerto soldi e cibo, l'appoggio di diverse organizzazioni sociali e antiglobalizzazione e dei sindacati, la partecipazione di lavoratori di alcune categorie in lotta per la difesa del posto di lavoro a cortei e manifestazioni. Il movimento di protesta è cresciuto nonostante la repressione poliziesca scatenata dal sindaco, il miliardario Michael Bloomberg, avallata dall'amministrazione Obama, fino alla marcia del 2 ottobre di alcune migliaia di manifestanti per occupare il ponte di Brooklyn, bloccata dagli agenti che hanno arrestato 700 manifestanti. Il movimento "Occupiamo Wall Street" è nato nel luglio scorso da un appello alla mobilitazione lanciato da una rivista progressista e rilanciato a settembre da siti di Internet. Con lucidità politica ha sin da subito individuato nell'alta finanza e quindi in Wall Street il bersaglio da colpire, il cuore marcio del capitalismo parassitario e putrescente che dette vita tre anni fa a una micidiale crisi che dagli Usa si irradiò in tutto il globo e si è tradotta per i lavoratori in una macelleria sociale senza precedenti. L'idea era quella di "occupare" Wall Street con una tendopoli permanente presidiata da migliaia di manifestanti e seguendo l'esempio dell'Egitto e degli altri paesi arabi e della Spagna dare vita a un movimento per la giustizia sociale, per dire No allo strapotere della finanza, contro "il più grande corruttore della nostra democrazia, Wall Street, la Gomorra finanziaria d'America". "Chiederemo a Barack Obama di istituire una commissione presidenziale incaricata di porre fine all'influenza esercitata dal denaro sui nostri rappresentanti a Washington. È tempo di democrazia e non corporatocrazia", affermava l'appello. Obama non risponderà e diventerà un bersaglio dei dimostranti che denunciano il tradimento delle sue promesse di cambiamento. Il 24 settembre scorso un migliaio di manifestanti partiti dal Liberty Park sfilavano in corteo in Union Square dove venivano bloccati dalla polizia che usava lacrimogeni e spray urticanti e ne arrestava una novantina. La manifestazione e la repressione poliziesca davano risalto alla protesta, fino allora nota sulla Rete ma ignorata da stampa e televisioni, che si allargava a altre città americane da Boston a Chicago, Los Angeles e San Francisco, fino a Syracuse e Columbus. L'appello che gira in Internet per l'adesione al movimento è stringato e chiaro: "Siamo il 99% (della popolazione, ndr). Ci stanno buttando fuori di casa. Siamo costretti a scegliere se mangiare o pagare l'affitto. Ci è negata un'adeguata assistenza sanitaria. Siamo vittime dell'inquinamento. Lavoriamo ore infinite per una paga minuscola e zero diritti. Se non siamo addirittura disoccupati. Non ci è dato nulla mentre l'altro un percento ha tutto". Le adesioni sono andate dalle organizzazioni progressiste ai sindacati, financo a gruppi di sostenitori di parlamentari repubblicani. La protesta cresceva di pari passo con l'aumento delle presenze alle iniziative promosse in Liberty Park, compresa quella del 2 ottobre, battezzata "Occupiamo il ponte" quando un corteo di alcune migliaia di manifestanti al grido di "non ce ne staremo in silenzio e non ci faremo intimidire" marciavano sul Brooklyn Bridge bloccando il traffico. Prima di essere circondati dai poliziotti che fermavano il corteo e lo reprimevano, ammanettando 700 manifestanti. Sempre il 2 ottobre altre proteste si svolgevano in diverse città fra le quali Washington e Boston. A Boston la polizia arrestava 24 manifestanti che partecipavano a un sit-in non autorizzato davanti alla sede di Bank of America, che di recente ha annunciato un piano di tagli per 30.000 impiegati per "risparmiare" 5 miliardi di dollari fino al 2014. Mentre il 4 ottobre le manifestazioni si svolgevano a Los Angeles, Boston e Chicago di fronte alle sedi locali della Banca nazionale. A Columbus, capitale dell'Ohio, i manifestanti sfilavano per le strade. Per il 6 ottobre è annunciata una manifestazione nella capitale Washington, simbolo della politica e delle lobby affaristiche, in occasione del decimo anniversario dell'inizio della guerra imperialista in Afghanistan. 5 ottobre 2011 |