Rivolta in particolare contro gli italiani Campagna xenofoba in Svizzera Sulle strade della Svizzera sono recentemente comparsi grandi manifesti contro gli immigrati, in particolare i frontalieri italiani, che hanno rilanciato una vergognosa campagna xenofoba alimentata in particolare dalla destra dell'Udc, l'Unione democratica di centro, ma che ha visto partecipare anche la Lega dei Ticinesi e il Partito liberale radicale impegnati nella campagna elettorale delle comunali di Lugano, Mendrisio e Terre di Pedemonte. L'ultimo manifesto presenta un lavoratore frontaliero in giacca, cravatta e telefonino in mano con al fianco un lavoratore svizzero in canottiera sporca e mutande e a commento la scritta "Lavoro... siamo in mutande". In precedenza i manifesti erano stati del tipo un impiegato italiano col volto da topo impegnato a sgranocchiare il formaggio svizzero; uno scroccone con la coda. O con l'immagine di lavoratori immigrati rappresentati da una invasione di formiche e il commento "Arrivano a milioni! Fuori dalle palle!". Gli xenofobi svizzeri sono partiti di nuovo in guerra contro l'immigrazione italiana in particolare ma anche tedesca, portoghese, spagnola e greca, contro i frontalieri che ogni mattina varcano il confine di Como o Varese e la sera tornano a casa. Sarebbero oltre cinquantamila nel solo Ticino. E la Lega dei Ticinesi si lamenta che "nel nostro cantone i frontalieri sono un quarto della forza lavoro totale. Vuol dire concorrenza impari e dumping al ribasso dei salari. L'italiano, vivendo in Italia, dove il costo della vita è inferiore, può permettersi di accettare stipendi bassi". La soluzione indicata? Bloccare le frontiere e far uscire la Svizzera dalla libera circolazione dei lavoratori. Che la campagna sia xenofoba e puramente strumentale lo dimostrano i dati di un'economia che tiene rispetto alla pesante crisi economica, di un tasso di disoccupazione che non arriva al 3% e di un volume di interscambio quotidiano con l'Unione europea (Ue) di un miliardo di franchi. Il sistema economico svizzero ha bisogno di questi frontalieri che tra l'altro ricoprono spesso mansioni altamente qualificate. Per effetto dell'accordo sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l'Ue, nel 2012 le aziende elvetiche hanno assunto oltre 55 mila lavoratori stranieri provenienti dai Paesi della Ue e i permessi di soggiorno di lunga durata sono cresciuti del 4,6 % rispetto al 2011; altrettanti sono stati i permessi concessi agli immigrati in sosta breve con un aumento del 5,7%. Gli italiani sono quasi 9 mila nel 2012, quasi raddoppiati rispetto il 2011. Aumenti che hanno spinto il Consiglio federale di Berna a tenere sotto monitoraggio la situazione e a paventare la possibilità che il trattato sulla libera circolazione possa essere momentaneamente sospeso. La campagna xenofoba trova appoggi nel governo. 8 maggi 2013 |