Dopo l'Iraq e l'Afghanistan Lo Yemen nel mirino dell'imperialismo americano Obama copia Bush: Al Qaeda la pagherà, "ovunque si annidino gli estremisti" In seguito al fallito attentato del 24 dicembre scorso sul volo tra Amsterdam e Detroit da parte di un giovane nigeriano che avrebbe acquisito in Yemen le informazioni e l'esplosivo, l'imperialismo americano ha rilanciato la guerra contro il terrorismo avviata da Bush con il successore Obama. Che lo copia persino nelle minacce di colpire "ovunque si annidino gli estremisti". Nel mirino della Casa Bianca, dopo l'Iraq e l'Afghanistan, è finito lo Yemen, senza dimenticare la Somalia. Nel discorso dell'1 gennaio sul modo di combattere il terrorismo Obama ha sottolineato che "ho fatto del rafforzamento della nostra partnership con il governo dello Yemen una priorità: addestramento e equipaggiamento delle loro forze di sicurezza, condivisione delle informazioni e lavoro con loro per colpire i terroristi di Al Qaeda", "così anche prima del giorno di Natale abbiamo visto i risultati - ha proseguito il presidente americano - campi di addestramento sono stati colpiti, leader eliminati, complotti sventati. E tutti coloro coinvolti nel tentato atto di terrorismo di Natale devono saperlo: anche voi sarete tenuti a risponderne". Secondo quanto sostenuto dalla rete televisiva americana Cnn, che cita fonti del Pentagono, i governi di Washington e Sanaa hanno definito un accordo segreto che prevede la fornitura degli Usa di armi e di informazioni alle forze armate yemenite mentre caccia e aerei senza pilota americani potranno sorvolare lo spazio aereo yemenita o lanciare missili contro obiettivi. Il consigliere antirerrorismo di Obama, John Brennan, il 2 gennaio ha precisato che non si può parlare di un nuovo fronte per gli Usa dato che alcune azioni sono già state congiuntamente realizzate in passato: "soltanto il mese scorso noi e gli yemeniti siamo stati in grado di identificare l'ubicazione di alcuni responsabili e comandanti di Al Qaeda", nel paese che sono stati colpiti. Il supporto militare allo Yemen da parte dell'imperialismo americano è iniziato nell'ottobre del 2000, quando il cacciatorpediniere americano Cole fu attaccato da un commando suicida che causò la morte di 17 marinai e il ferimento di altre 39 persone. Nel corso di quasi dieci anni il Pentagono ha stanziato diversi milioni di dollari, 90 nel solo 2009, per sostenere la guerra al terrorismo del presidente yemenita Ali Abdallah Saleh. Ma gli attacchi cui faceva riferimento Brennan erano diretti non contro al Qaeda quanto contro le forze dei ribelli sciiti nella regione nord del Paese, che secondo Usa e Arabia Saudita sarebbero sobillati dall'Iran. Alcuni capi tribali della zona, dove gli Usa sostengono di aver colpito miliziani di Al Qaeda, avevano denunciato un massacro in un villaggio di civili, come era già avvenuto in altre due occasioni per i bombardamenti dell'aviazione saudita. Nello Yemen Obama prosegue la politica di appoggio al governo di Sanaa inaugurata da Bush e rafforza l'intervento in nome della lotta al terrorismo ma anche contro l'Iran e per tenere sotto controllo un paese che ha una posizione strategica allo sbocco del Mar Rosso. Sull'altra sponda si trova la Somalia, altro paese che Obama ha messo nella lista da tenere d'occhio e teatro di un possibile intervento dato che il regime fantoccio messo in piedi dall'imperialismo non riesce a fronteggiare la resistenza islamica. 20 gennaio 2010 |