Con la copertura di governo, istituzioni locali e apparati dello Stato, la famiglia Iovine-Zagaria controllava gli appalti e lo smaltimento di rifiuti pericolosi in mezza Italia Arrestato il capo-clan della mafia del cemento Cafiero De Raho: "i quadri intermedi sono pronti a sostituire i vertici" Il 7 dicembre scorso, durante un'operazione coordinata dal pool di magistrati della DDA di Napoli, è stato finalmente arrestato il boss Michele Zagaria. Si trovava all'interno di un covo supertecnologico costruito in una villa di Casapesenna, a pochi chilometri dal suo paese natale, San Cipriano d'Aversa (provincia di Caserta). Zagaria è considerato uno dei boss-"imprenditori" più potenti del cartello di famiglie mafiose denominate "i Casalesi", una vera e propria holding del cemento, che ha monopolizzato da quasi tre decenni gli appalti per i lavori pubblici e le "grandi opere" (come la Tav) in Campania, Lazio, Emilia-Romagna (in particolare nella provincia di Parma), Toscana, Umbria, Abruzzo, Lombardia, e quelli per il trasporto e lo smaltimento illecito di rifiuti tossici per conto delle industrie inquinanti del Nord, che ha trasformato in una cloaca il giuglianese, il litorale domizio, l'agro-aversano. La devastazione economica, ambientale, sociale e sanitaria è sotto gli occhi di tutti: una terra un tempo fertilissima è stata avvelenata a tal punto che oggi la Campania è costretta a importare il cibo ai prezzi inflattivi e di monopolio dalle holding agroalimentari nazionali ed internazionali, delle quali i Casalesi sono stati e sono "intermediari", come testimonia la vicenda dei marchi "Parmalat" che erano imposti ai commercianti dal sanguinario clan in tutta la Campania, nonché i processi in corso per la costruzione di inceneritori e grandi centri commerciali, in cui pian piano sta venendo alla luce il controllo capillare del clan sugli apparati statali, sui governi locali e nazionali (caso Cosentino), sui commissariati all'emergenza, fino su nel gotha dell'alta finanza e del mercato borsistico. Inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi d'Italia, Zagaria era ricercato dal lontano 1995 per associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, rapina e altri reati, l'8 febbraio del 2000 erano state diramate le sue ricerche in ambito internazionale, il 15 gennaio 2010 il 3° grado del maxiprocesso Spartacus, lo aveva condannato in contumacia alla pena dell'ergastolo. Stessa pena era stata emessa il 15 ottobre 2010 dalla Corte d'assise di Latina per l'omicidio di Pasquale Piccolo, avvenuto il 22 luglio 1988 a Gaeta. Soltanto il 26 luglio 2010 la polizia scientifica aveva diffuso il suo identikit realizzato sulla base delle descrizioni di collaboratori di giustizia. Il Procuratore capo della Dia Federico Cafiero de Raho ha commentato l'arresto con queste parole: "Con l'arresto di Michele Zagaria si ottiene la sottrazione dell'ultimo capo storico della cosca. È evidente che il clan adesso si deve riorganizzare, ha bisogno di recuperare energie e uomini. E dovrà trovare un successore al vertice, colui che dovrà condurre il gruppo". "È quanto mai importante - prosegue il magistrato - cominciare ad ampliare il contrasto ai profili patrimoniali di questo gruppo: bisogna aggredire gli apparati economici, e non solo. Dovremo anche concentrarci su quella zona grigia composta da insospettabili infiltrati che hanno consentito ai Casalesi di fare il grande salto di qualità, diventando camorra imprenditrice. Mi riferisco a quella 'borghesia mafiosa' che oggi è il vero nemico, sia nostro che di tutta la società". E già perché nonostante gli arresti e i sequestri di beni mobili ed immobili, i capitali (scudati?) del clan è stimato oggi in almeno 2 miliardi di euro. I casalesi sono diventati molto potenti anche all'estero conducono attività illecite in Polonia, Ungheria, Bulgaria, Germania, Regno Unito, Romania. In Spagna, sono molto "radicati" su immobili, aziende agricole, alberghi, ville, negozi di lusso e tanto traffico di droga. Riciclano denaro anche a Santo Domingo, Venezuela e Kenya. A New York sono implicati in attività illecite correlate alla ricostruzione delle Torri Gemelle, in Svizzera nel riciclaggio di denaro sporco e fondi neri, acquistano banche, così come in Scozia, Cina e a Francoforte, puntano in borsa anche in Portogallo, Brasile, Francia, Ungheria. 21 dicembre 2011 |