Roma (Cos'è l'Acea) 10 mila manifestanti contro la svendita dell'Acea voluta da Alemanno Contestato il neopodestà che aveva vietato piazza del Campidoglio. Il PMLI partecipa attivamente alla protesta Dal corrispondente della Cellula "Rivoluzione d'Ottobre" di Roma Sono 10 mila i manifestanti che nel pomeriggio di sabato 5 maggio hanno preso parte alla manifestazione "Roma non si vende" organizzata dall'unione di varie associazioni, movimenti, comitati, forze politiche e sindacali, sensibili al disastro della gestione pubblica di Roma e alla svendita e ai tagli dei servizi e dei beni pubblici del neopodestà Gianni Alemanno. "Roma non si vende" nasce infatti per fermare l'ulteriore vendita delle quote pubbliche di ACEA all'amichetto Caltagirone, sempre più padrone di Roma grazie ad Alemanno. Se avvenisse la transazione, un corposo 21% appartenente al Comune di Roma che detiene adesso la maggioranza assoluta al 51%, consentirebbe a Caltagirone, passando dal 15% al 36%, di diventare il principale azionista di ACEA. Tutto questo ignorando completamente il referendum sull'acqua del giugno scorso che ha visto a Roma il sì di oltre 1 milione di elettori. Il corteo è partito da Piazza Vittorio, passando per via Cavour e i Fori Imperiali e ha raggiunto piazza Venezia per poi chiudere con il comizio a Piazza SS Apostoli, in sostituzione al Campidoglio, mèta di arrivo proibita da Alemanno. Il corteo si è svolto in maniera pacifica, transitando all'inizio a pochi metri da Casapound, come al solito tenuta blindata da ingenti "forze dell'ordine", e ha sfilato accompagnandosi con musica e slogan contro Alemanno. Il PMLI era presente in buon numero, subito guadagnando le prime file, con le rosse bandiere belle in vista. Ha poi partecipato attivamente alla contestazione un po' più vivace avvenuta sotto i musei del Campidoglio, con l'accesso completamente bloccato dalle "forze dell'ordine", dove sono stati gridati gli slogan più diretti e accorati, come "Alemanno vattene" o "Alemanno dimettiti". È stato un corteo che ha visto tante realtà romane manifestare insieme, con una discreta partecipazione di giovani ma anche tante famiglie con i bambini, segnale evidente che questo tipo di manifestazioni stanno a cuore alle masse popolari defraudate economicamente e dei diritti fondamentali. Il 2 maggio il Coordinamento romano "Acqua pubblica" aveva occupato, la sala del Consiglio comunale in Campidoglio. Alcuni dei manifestanti, al grido di "acqua pubblica", hanno fatto saltare la riunione relativa alla svendita di ACEA per protestare contro la manovra di bilancio e la dismissione dei servizi pubblici da parte della giunta Alemanno. Nei giorni precedenti la manifestazione del 5 maggio, centinaia di attivisti hanno svolto iniziative e occupato il Consiglio comunale tenendo forte l'attenzione sul problema della privatizzazione dell'acqua pubblica a Roma. Oltre alla questione della svendita delle quote ACEA, c'è da riportare come Alemanno stia favorendo Caltagirone, ma anche Salini e Ansaldo, sempre i soliti costruttori, su più fronti. A partire dagli appalti della Metro C, opera colossale, 5 miliardi di euro, cifre paragonabili alla TAV Torino-Lione, dove il sindaco PDL ha coperto i costi scambiando ettari e ettari di cubature nei già disagiati quartieri popolari come San Basilio. E sempre legato al trasporto pubblico, oltre ai disagi per opere che non sembrano finire mai, se non verrà fermato il progetto di privatizzazione dell'Atac e i nuovi aumenti, da giugno si vedrà l'aumento dei biglietti da 1 a 1,5 euro, inoltre verranno tolti gli abbonamenti mensili e le agevolazioni per studenti e anziani sostituiti dai soli abbonamenti annuali. Bisogna fermare la dissennata e antipopolare gestione dei beni e dei servizi pubblici romani di Alemanno che sta indebitando Roma, continuando nel frattempo a venderla ai privati. 9 maggio 2012 |