La biografia di Rutelli I consulenti di Rutelli
All'insegna del nazionalismo e dell'inno di Mameli
L'EX ANTIMILITARISTA RUTELLI BENIAMINO DELLA "SINISTRA'' BORGHESE INCORONATO CANDIDATO PREMIER PER IL "CENTRO SINISTRA''
Colombo, ebreo, parlamentare DS e futuro direttore de "l'Unità'', annuncia: "Questa è la nostra Italia''
Come da copione, sotto i riflettori di un'accurata regia mediatica, Francesco Rutelli è stato incoronato candidato a premier per il "centro sinistra'' nella "convention'' ulivista celebrata il 21 ottobre al Palavobis di Milano. E a mettergli la corona sul capo è stato proprio il suo ex rivale Giuliano Amato, a suggellare la ritrovata "concordia'' all'interno della compagine di governo in vista della sfida del 2001 alla coalizione Polo-Lega guidata da Berlusconi.
"Miracolo a Milano'', dunque, come ha esclamato Cossutta al settimo cielo per la contentezza? Il fatto è che il confronto tra i due campioni della "sinistra'' borghese, che per alcune settimane aveva rischiato di spaccare seriamente la coalizione, era già stato risolto con il ritiro dalla corsa dell'attuale presidente del Consiglio ed ex braccio destro di Craxi, una volta resosi conto dei maggiori appoggi politici emersi nelle forze del "centro sinistra'' a favore dell'ex radical-verde e sindaco di Roma.
A favore di Rutelli ha pesato in maniera decisiva anche il maggior appeal televisivo e di immagine, giudicato indispensabile anche dalla "sinistra'' borghese per la battaglia elettorale contro Berlusconi. E questo la dice lunga sul livello di "americanizzazione'' e personalizzazione a cui è giunta la lotta politica anche nel nostro Paese, dove ormai in tutto e per tutto come negli States i politicanti borghesi di destra e di "sinistra'' si sfidano in campagne sempre più miliardarie, basate quasi esclusivamente sui sondaggi, sui duelli televisivi e su tour propagandistici organizzati come spettacoli da baraccone.
Non a caso, in risposta alla campagna faraonica del cavaliere piduista, che ha tappezzato l'Italia con il suo ritratto supertruccato e ringiovanito, Rutelli si è affidato allo specialista americano delle campagne elettorali di Clinton e Gore, e sembra stia preparando una mega campagna di affissione che rischia di eguagliare, se non superare, quella del magnate di Arcore, costata già la bellezza di 20 miliardi.

"CONVENTION'' ALL'AMERICANA
Di questo sempre più disgustoso andazzo che ha preso il confronto politico ed elettorale tra i signori del palazzo la "convention'' del Palavobis è stata un esempio eclatante. A cominciare dai colori scelti per la scenografia, arancio e blu, molto "amerikani'', dalla quale era rigorosamente bandita qualsiasi nota di rosso, per continuare con i megaschermi dove venivano proiettate immagini del "buon governo'' di Prodi, D'Alema e Amato (guerra alla Serbia compresa), per finire con la colonna musicale a base di canzoni commerciali e inni patriottici. E dire che se la "convention'' ulivista non è stata ancor più all'americana e frivola di così è solo perché l'alluvione delle regioni del Nord, e la mossa spiazzante di Berlusconi e dei suoi alleati, che nelle stesse ore si sono recati con grandi fanfare in visita ai terremotati dell'Umbria, ancora nei container regalati loro dai governi di "centro sinistra'', non avessero consigliato ai leader dell'Ulivo un contegno più "sobrio'' e controllato.
Va ricordato infatti che inizialmente la "convention'' milanese era stata organizzata come un grande spettacolo mediatico-televisivo, con l'intervento di attrici, cantanti, gli auguri di Clinton, Blair, Schroeder e Jospin al candidato della "sinistra'' dai megaschermi, cascate di palloncini, e altre americanate del genere. Comunque sia la cautela imposta dalle circostanze non ha impedito che la regia della manifestazione desse fondo lo stesso a fiumi di retorica nazionalista, patriottarda e presidenzialista. Ci ha pensato lo stesso Rutelli, coadiuvato strettamente in questo dal "presentatore'' della manifestazione, il giornalista filoimperialista e filosionista Furio Colombo, parlamentare DS e futuro direttore della resuscitanda "Unità''; dallo stesso Amato, che lo ha incoronato sul palco presentando sé stesso, Prodi, D'Alema e il candidato premier come la "staffetta 4 X 100'' che "vincerà'' insieme a Rutelli; dal "grande vecchio'' del liberal-trotzkismo italiano, l'anticomunista storico Vittorio Foa, che gli ha fatto gli auguri (registrati) dal maxischermo; e dai sindaci (tutti "padani'') di Torino, di Lodi e di Reggio Emilia, quest'ultimo in rappresentanza della prima città che adottò il tricolore nel Risorgimento.
E tutto tricolore e patriottico, a metà strada tra il clintoniano e il mussoliniano, è stato lo show di Rutelli, a cominciare dal cantare per intero l'inno di Mameli che ha aperto la manifestazione (accanto a un Amato invece silenzioso e sornione), per continuare con i giuramenti "per la patria'' e perfino, sfidando il ridicolo, con l'esaltazione delle vittorie della Ferrari, che a suo dire "ci deve riempire d'orgoglio'' patriottico. Ecco alcuni esempi delle sparate nazionaliste dell'ex antimilitarista Rutelli: "Giuro davanti a voi che darò tutto me stesso, vi giuro che mi impegnerò con voi per la nostra patria con tutta la mia forza, tutto il mio onore, tutto il mio amore''. E ancora: "Voglio fare una riunione con i sindaci della Padania, il territorio meraviglioso che scorre attorno al fiume padre della nostra patria'', e via di questo passo. Un'esaltazione patriottarda che, narrano le cronache, ha "infiammato'' la platea del Palavobis, facendo esclamare al presentatore Colombo, ispirato: "Questa è la nostra Italia''!

LIBERALISMO E ANTICOMUNISMO
Nel suo intervento Rutelli non ha mancato di citare alcuni dei suoi "maestri'' politici e spirituali, tra cui Santa Caterina da Siena, Don Sturzo, Piero Calamandrei, Lord Acton, Franklin D. Roosevelt e George Orwell. Clericalismo, liberalismo, anticomunismo e nazionalismo sono quindi le basi formative di Rutelli e i capisaldi che ispirano la sua campagna politica. In compenso si è guardato bene dal rammentare il suo passato radicale, che cerca di far dimenticare come un "peccato di gioventù'' in nome del nuovo look perbenista e baciapile che ha deciso di darsi: "Stava con noi quando aveva i pantaloni corti e ora sta coi vescovi, ha fatto la comunione in tutte le parrochie di Roma'', ha commentato sarcasticamente Pannella la trionfale investitura dell'ex compare di partito.
Non solo, insomma, il candidato del "centro sinistra'' dice e propone le stesse cose del capo del "centro destra'', come ad esempio "la sicurezza'', "la libertà individuale'', i "valori'' della famiglia, l'attenzione alle esigenze della chiesa ecc., ma copia i suoi stessi atteggiamenti e ambisce a rubargli addirittura il mestiere di consumato teatrante che basa tutto sull'"immagine'' e sullo spettacolo per conquistare voti e potere. Non per nulla lo ha sfidato a un duello televisivo una volta al mese di qui alle elezioni. La "sinistra'' borghese, cioè, mentre critica a parole i metodi politici di Berlusconi, nella pratica ha finito anch'essa per adottarli in pieno e senza il minimo pudore, al punto da fare concorrenza alla stessa destra neofascista e piduista sul suo stesso terreno tradizionale.