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Stalin, la vita e l'opera

Capitolo 2
L'attivitą rivoluzionaria nel Caucaso


La Russia dal feudalesimo al capitalismo

Lo sviluppo del capitalismo ebbe luogo in Russia molto più tardi e con maggiori difficoltà che negli altri paesi. Una svolta decisiva al superamento del feudalesimo si ebbe con le lotte contadine esplose all'inizio del decennio 1860-1870 e con l'indebolimento subìto dal governo zarista a causa dell'insuccesso militare registrato in Crimea. Ciò portò, nel 1861, all'abolizione della servitù della gleba, uno dei principali baluardi dell'economia feudale. Di converso, l'abolizione della servitù della gleba costituì un fattore decisivo per l'affermarsi dei rapporti di produzione capitalistici che già stavano sviluppandosi all'interno del sistema feudale e che nell'epoca successiva a questa riforma divennero predominanti, sancendo il passaggio dalla monarchia feudale ad una monarchia borghese.
L'abolizione della servitù della gleba favorì il processo d'espansione del capitalismo nelle campagne e il mutare della composizione di classe della popolazione agricola, ma non certo il cambiamento radicale delle condizioni di vita della gran parte dei contadini. Anzi, essi furono costretti al dissanguamento da parte dei grandi proprietari fondiari. Da un lato con l'imposizione del riscatto per "l'emancipazione", che fruttò ai proprietari fondiari circa due miliardi di rubli; dall'altro con la spoliazione pressoché totale degli appezzamenti individuali di terra. La vecchia classe contadina subì in quegli anni un processo di disgregazione e di differenziazione che porterà alla nascita di una borghesia rurale (i kulak), di una classe intermedia (i contadini medi) e alla sterminata massa dei contadini poveri.
La fame e la miseria dilagarono fra le masse rurali e ciò spinse molti contadini ad abbandonare la terra e recarsi nei centri urbani a cercare un lavoro che permettesse loro di sopravvivere. In questo modo i padroni d'officine e gli industriali trovarono una gran quantità di mano d'opera a basso costo che favorì l'inizio dello sviluppo nell'impero zarista del capitalismo industriale. Questo processo ebbe un'espansione abbastanza rapida e portò ad una crescita consistente della classe operaia. Il numero d'occupati nelle grandi fabbriche, nell'industria mineraria e nelle ferrovie passò, infatti, dalle 706 mila unità del 1865 ai due milioni 795 mila unità del 1900. A questo sviluppo del capitalismo non corrispose però, rispetto ad altri paesi, un eguale processo nell'evoluzione economica. Dal censimento generale del 1897 risulta che in Russia quasi i cinque sesti della popolazione lavorava in agricoltura e poco più di un sesto era occupato nell'industria, nell'edilizia, nelle ferrovie e nei trasporti acquei, nel commercio, nell'industria forestale ed in altri settori. All'inizio del '900 pertanto la Russia rimaneva ancora un paese prevalentemente agricolo e con un tessuto economico dominato dalla piccola proprietà.


La sconfitta del populismo e la lotta per l'affermazione del marxismo: Plekhanov e Lenin

Lo sviluppo del capitalismo e la formazione di una consistente, seppur minoritaria sul piano numerico, classe operaia ebbero una loro influenza anche sul piano politico e sociale. Nel decennio 1870-1880, quello in cui inizia a maturare il processo di trasformazione economico e sociopolitico dell'impero, si affermò quale principale forza d'opposizione all'autocrazia zarista il movimento populista (Narodniki). Questo movimento raccolse le aspirazioni e gli ideali delle masse contadine, dei ceti di lavoratori ed operai e degli intellettuali progressisti che emergevano dall'interno della società russa, o che in essa erano indotti da quanto accadeva in Europa. In Russia, infatti, ebbero un'eco e un'importanza non indifferenti avvenimenti quali la "Comune di Parigi" (1871) e l'attività svolta dall'Associazione Internazionale dei Lavoratori (Prima Internazionale) nella quale erano impegnati Marx ed Engels.
Marx ed Engels guardavano con molta attenzione alla Russia e al suo movimento rivoluzionario, avendone molto a cuore la loro sorte e il loro avvenire. Tant'è che Marx, nel Consiglio Generale dell'Associazione, fu il rappresentante della Sezione russa dell'Internazionale; sezione fondata a Ginevra nel 1870 da un ristretto gruppo di rivoluzionari in esilio tra cui G. Lopatin, legato a Marx da una stretta amicizia, e con lui per un breve periodo nel Consiglio Generale dell'Internazionale. E proprio questo avere a cuore le sorti del movimento rivoluzionario russo costituì uno stimolo ancora maggiore per Marx ed Engels nel manifestare il loro dissenso e la critica aperta su molti aspetti teorici e pratici del populismo.
I Narodniki, teorizzatori del passaggio diretto della Russia al "socialismo" evitando lo stadio dello sviluppo capitalistico, agivano in gruppi sparsi nelle varie regioni dell'impero formatisi all'incirca intorno al 1870. Fu un movimento basato fondamentalmente sul ribellismo spontaneo e su una concezione idealistica che vede non le classi sociali come motore della storia, ma gli individui, gli "eroi", come i protagonisti delle trasformazioni sociali, e quindi incapace di trovare al suo interno e portare nella società obiettivi e strategie in grado di unire, dirigere e dare sbocco alla lotta contro l'autocrazia zarista. Un movimento dalle diverse "anime", tra i cui maggiori esponenti vi fu M. Bakunin, fondatore dell'anarchismo, aderente alla Prima Internazionale nella quale intraprese una nefasta azione disgregatrice nel tentativo, miseramente fallito, di sottrarre l'organizzazione alla direzione di Marx ed Engels. Sconfitto politicamente, Bakunin fu espulso nel 1872 dall'Internazionale a causa dei suoi tentativi di divisione dell'organizzazione. Fu la mancanza di consapevolezza, quando non l'aperta avversione, sulla necessità di un profondo radicamento tra le masse; sulla necessità della costruzione di un partito operaio in grado di assicurare il ruolo centrale e di direzione della classe operaia nella lotta per la trasformazione rivoluzionaria del sistema politico che portò il movimento populista alla sconfitta.
Verso la fine degli anni '70 si ebbe l'apice di questa parabola discendente e rovinosa con l'intensificarsi dell'azione terroristica contro gli esponenti dell'autocrazia che divenne, di fatto, la principale, per non dire l'unica, forma di "espressione politica" e che portò al completo distacco del populismo dalle masse operaie e contadine. Più tardi dalle ceneri di ciò che di queste organizzazioni rimase, nacquero alcuni tra i partiti rappresentanti la borghesia russa, in special modo quelli della borghesia agraria. Un ruolo determinante nella sconfitta ideologica e politica del populismo lo ebbero i marxisti russi. Principali artefici e pionieri di questa fondamentale battaglia politica che porterà alla nascita di un'unica organizzazione socialdemocratica, il POSDR, furono Plekhanov e Lenin.
Gheorghij Plekhanov (1856-1918) aderì al movimento populista quando era studente dell'Istituto minerario di Pietroburgo, divenendo uno dei massimi dirigenti dell'organizzazione "Terra e libertà". Costretto a rifugiarsi in Svizzera per sfuggire alle persecuzioni della polizia zarista e all'arresto, approfondisce nel periodo di forzato esilio lo studio del marxismo. Questo lo porterà ad assumere via via una posizione sempre più critica nei confronti del populismo. Il suo distacco definitivo dai Narodniki avviene quando in quel movimento si afferma la pratica terroristica.
Nel 1893 Plekhanov unitamente a Vera Zasulic e Akselrod fonda la prima organizzazione socialdemocratica russa "Osvobozdenie truda" (Emancipazione del lavoro). Inizia così da parte di Plekhanov una forte opera di diffusione del marxismo in Russia con la traduzione e la divulgazione nel paese di importanti opere di Marx ed Engels quali "Il Manifesto del partito comunista", "Lavoro salariato e capitale", "L'evoluzione del socialismo dall'utopia alla scienza". Assieme ad Akselrod e alla Zasulic, Plekhanov scrive dei testi di approfondimento della critica al populismo ed in difesa delle concezioni marxiste. Critica che mette a nudo la non conoscenza da parte dei Narodniki delle leggi dello sviluppo economico e politico delle società; l'affermazione che il capitalismo in Russia era casuale e non si sarebbe sviluppato; il disconoscimento delle classi e della lotta di classe; la non considerazione della classe operaia come classe d'avanguardia del processo rivoluzionario. A queste concezioni errate Plekhanov contrappone sulla base di una corretta analisi marxista, la dimostrazione cha la Russia era ormai irreversibilmente avviata sulla strada del capitalismo e la necessità che occorreva quindi lavorare conseguentemente all'organizzazione della classe operaia e alla sua presa di coscienza socialista.
L'azione di Plekhanov e dell'organizzazione "Emancipazione del lavoro" favorirà nel decennio 1880-1890 assieme alla diffusione delle idee marxiste anche la costruzione di vari piccoli gruppi socialdemocratici un po' in tutto il paese, da Pietroburgo a Mosca, Kiev, Kazan, Odessa, Vilnius, Minsk, ecc.
A Kazan, nella regione del Volga, agiva il circolo socialdemocratico fondato da Nikolaj Fedoscev con il quale prese contatto, nel 1889, Lenin. E sarà proprio Lenin che tra il 1890 e il 1900 seppellirà definitivamente il populismo e svilupperà ulteriormente la lotta rivoluzionaria portandola a un livello superiore. Nel 1895 infatti Lenin rientrato dalla Svizzera dove si era incontrato con Plekhanov, fonda a Pietroburgo "L'Unione di lotta per l'emancipazione della classe operaia", ponendo l'obiettivo primario dell'unificazione del movimento socialdemocratico e la creazione di un unico partito operaio. La prima fondamentale, anche se non decisiva, tappa di questo processo si ebbe a Minsk dal 1° al 3 marzo 1898 dove nove delegati rappresentanti di organizzazioni socialdemocratiche di Pietroburgo, Mosca, Kiev, Ekaterinoslav e del Bund (Unione generale dei lavoratori ebrei di Russia e Polonia) diedero vita al Congresso di fondazione del Partito Operaio Social Democratico di tutta la Russia (POSDR), importante sul piano politico anche se sterile sul piano dell'unificazione delle diverse organizzazioni. Lenin intanto, col preciso scopo di dotare il movimento socialdemocratico di un indispensabile strumento utile al progetto politico di costruzione del partito, fonda il settimanale "Iskra" (La scintilla) il cui primo numero uscì a Stoccarda il 1/12/1900.


Stalin e la costruzione del partito: dal "Messame Dessi" al POSDR, con Lenin e l'"Iskra"

L'impegno profuso da Stalin nel progetto politico di costruzione del partito fu enorme e determinante. Egli è stato il principale artefice della sua realizzazione in Transcaucasia. Nel periodo 1898-1900 Stalin conduce un'importante battaglia politica all'interno del "Messame Dessi" per affermare la necessità di non limitare l'attività dell'organizzazione alla semplice azione di propaganda, ma sviluppare l'agitazione politica di massa, affrontando le problematiche della vita quotidiana degli operai legandole all'iniziativa politica e all'organizzazione di manifestazioni contro lo zarismo. Questa politica, osteggiata dalla maggioranza opportunista del "Messame Dessi" capeggiata da Zhordania e Dzhililadze, ricevette però l'appoggio convinto degli operai d'avanguardia di Tiflis. Sulla base di questo radicato legame con la classe operaia Stalin, Ketskoveli e Tsulukidze condussero una decisa e vittoriosa battaglia contro l'opportunismo, sviluppando in maniera decisiva il gruppo socialdemocratico centrale di Tiflis, i circoli operai socialdemocratici, la stampa illegale e l'organizzazione di scioperi e di manifestazioni politiche.
Il 1° Maggio 1900 fu degnamente commemorato a Tiflis con una manifestazione operaia. Era la prima volta che nel Caucaso si teneva una manifestazione per il 1° Maggio. Centinaia di lavoratori, molti dei quali portavano bandiere rosse con l'effige di Marx ed Engels, si radunarono nella zona del Lago del Sale per un comizio nel quale intervennero alcuni operai d'avanguardia delle fabbriche di Tiflis. Tra i manifestanti vi era anche Serghei Alliluyev, il futuro suocero di Stalin, il quale nelle sue memorie ricorda quella memorabile giornata di lotta, il significato del 1° Maggio, giorno in cui i lavoratori di tutto il mondo manifestano la loro unità e la comune lotta internazionalista per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro e per il raggiungimento degli obiettivi e degli ideali politici del movimento operaio. "Dobbiamo combattere per i nostri diritti, dobbiamo protestare, organizzare scioperi, pretendere migliori condizioni di lavoro".17 Questo, scrive Alliluyev, fu ripetuto da tutti gli interventi degli operai. Al comizio intervenne anche Stalin che esortò tutti i lavoratori ad impegnarsi da subito per la manifestazione del 1° Maggio dell'anno successivo che doveva coinvolgere un numero ancora maggiore di operai e che era importante poter svolgere a Tiflis. "La nostra bandiera rossa - disse Soso - deve sventolare nel centro di Tiflis cosicché la tirannia senta la nostra forza".18
Nell'estate del 1900, nel quadro del progetto di costruzione del partito, giunge a Tiflis Victor Kurnatovski, convinto sostenitore delle idee di Lenin e suo stretto collaboratore. Kurnatovski condivise politica e metodi di lavoro della minoranza rivoluzionaria del "Messame Dessi", stringendo solidi legami politici e di amicizia con Stalin nel comune impegno di lotta all'autocrazia e di costruzione del partito. Soso con chiarezza di idee e meticolosità organizzativa s'impegna a fondo nel lavoro di radicamento politico nella classe operaia e nello sviluppo di una salda capacità di organizzazione. I frutti di questo lavoro si manifestarono in tutta la loro importanza nella serie di scioperi che si svolsero in quell'estate in vari stabilimenti della capitale georgiana per ottenere aumenti salariali e altre rivendicazioni economiche e, soprattutto, nel grande sciopero di massa dell'agosto del 1900 nelle officine ferroviarie di Tiflis. Quattromila operai dopo un meticoloso lavoro svolto in prima persona da Soso, scesero in lotta per l'abolizione del lavoro straordinario e a tutela della salute dei lavoratori, dei loro salari e dell'occupazione. Alla testa di questo sciopero si distinse tra gli altri operai d'avanguardia Mikhail Kalinin, che diventerà dopo la nascita dell'URSS, presidente del Presidium del Soviet Supremo.
Nel dicembre del 1900 esce il primo numero dell'"Iskra", il giornale fortemente voluto da Lenin quale strumento e "voce" indispensabile alla costruzione e allo sviluppo del partito. Soso, che come abbiamo visto aveva già condiviso le idee di Lenin, aderì subito alle posizioni espresse dall'"Iskra", riconoscendo in Lenin il dirigente marxista capace di realizzare vittoriosamente il progetto di trasformazione socialista della Russia. Nasce qui il legame politico indissolubile tra Lenin e Stalin che si consoliderà con la loro conoscenza personale, si concreterà nel lavoro comune e, dopo la morte del grande dirigente e maestro rivoluzionario, nella difesa, nell'applicazione fedele e nello sviluppo della teoria leninista da parte di Stalin.
Il lavoro politico di Soso si dimostrò ben presto una spina nel fianco del regime autocratico zarista. Stalin divenne un nemico mortale da fermare ad ogni costo, un obiettivo primario nell'azione di repressione svolta dalla polizia politica in Transcaucasia. L'Okhrana, il servizio di sicurezza russo, fu istituito nel 1881 dopo l'attentato allo zar Alessandro II. Diretta emanazione del ministero degli interni russo, l'Okhrana svolgeva tutti i compiti di polizia politica, sicurezza, informazione, spionaggio e controspionaggio interno ed internazionale, specializzando molti dei suoi agenti nell'infiltrarsi nelle organizzazioni antizariste che agivano sia in Russia sia all'estero.
Il 21 marzo del 1901 gli agenti dell'Okhrana fanno irruzione nell'Osservatorio di Tiflis, perquisendo l'appartamento di Stalin. Soso sfugge all'arresto, ma da quel momento è costretto a lasciare la sua occupazione dedicando ogni sua energia al lavoro politico rivoluzionario, nella più completa illegalità. Una condizione di clandestinità che avrà fine solo con il trionfo della Rivoluzione d'Ottobre. Nonostante sia costantemente braccato dagli uomini dell'Okhrana Soso, con coraggio e determinazione, continua ad organizzare e dirigere scioperi e manifestazioni di massa, riunioni segrete e assemblee pubbliche.
L'impegno preso il 1° Maggio del 1900 al Lago del Sale nel suo comizio alla manifestazione, è onorato da Soso che organizzò e diresse personalmente la manifestazione del 1° Maggio 1901 nel pieno centro di Tiflis. Migliaia di operai confluirono al Parco Vera, luogo d'inizio della manifestazione. Il corteo aperto da un operaio che innalzava una grande bandiera rossa, aveva alla sua testa Stalin assieme a tutti gli operai d'avanguardia delle fabbriche di Tiflis. Dal corteo veniva gridato a una sola voce: "Viva il 1° Maggio", "Abbasso l'autocrazia", "Viva la libertà". La manifestazione era fronteggiata da ingenti forze di polizia appoggiate da reparti di cosacchi a cavallo. Per loro l'imperativo era quello di non fare svolgere la manifestazione ad ogni costo. Le cariche della cavalleria si susseguirono violente, ma il corteo non si sciolse proseguendo nella sua marcia, fronteggiando con bastoni e lanci di sassi le cariche. Molti i lavoratori feriti negli scontri e 50 operai furono arrestati. Quella manifestazione fu, come aveva previsto Stalin l'anno prima, una grande prova di forza della classe operaia di Tiflis. E Lenin di essa scrisse sull'"Iskra": "... l'avvenimento che ha avuto luogo a Tiflis è d'importanza storica per l'intero Caucaso. Quel giorno segna l'inizio di un aperto movimento rivoluzionario nella regione".19
Ha inizio un periodo durissimo e nello stesso tempo eroico della vita di Soso, ormai diventato un rivoluzionario di professione. Costantemente ricercato dalla Okhrana è costretto a continui spostamenti e cambi di abitazione, senza più un momento di riposo e di benessere personale con l'obiettivo di rimanere libero quanto più possibile per continuare nel lavoro politico. Egli affronta questa situazione con grande serenità e coraggio e una forte determinazione; aiutato peraltro in modo encomiabile da Ninua e da altri operai che gli procuravano vitto, qualche soldo per poter vivere, oltre che vari alloggi dove poter abitare spostandosi sempre con molta frequenza. Particolare attenzione era prestata nella scelta dei posti in cui tenere riunioni ed assemblee, sempre prevedendo vie di fuga per sottrarsi a eventuali irruzioni della polizia e con due operai che seguivano costantemente Soso restando di sentinella nei posti dove egli si recava per la sua attività. Il problema più difficile negli spostamenti era costituito dal macchinario, in pratica una piccola tipografia, che Soso si portava sempre dietro e da lui considerata un vero tesoro perché indispensabile alla stampa di volantini e del materiale di propaganda. Nelle manifestazioni, Soso esce sempre allo scoperto, in prima fila, per poterle dirigere personalmente.
Nel settembre del 1901 su iniziativa di Stalin e di Ketskhoveli fu fondato e inizia le pubblicazioni il giornale "Brdzola" (La lotta). È la realizzazione di un progetto a cui Soso lavorava da qualche tempo: un giornale socialdemocratico georgiano illegale che applicasse coerentemente le teorie di Lenin diffuse dall'"Iskra", operando in maniera fattiva per la costruzione del partito e lo sviluppo della lotta rivoluzionaria. Nell'editoriale di presentazione del giornale Stalin scrive: "... Nel movimento operaio georgiano è ormai venuto il momento in cui la pubblicazione di un periodico è uno dei mezzi principali di lavoro rivoluzionario... Pensare che l'operaio possa trarre un utile dalle poche righe che in questo o quel giornale legale toccano di sfuggita la sua causa, e che solo per sbaglio i boia della censura han lasciato passare, riporre le proprie speranze su questi frammenti ed erigere su queste inezie un qualsiasi sistema di propaganda, sarebbe chiara prova di non aver capito nulla della questione... Un libero periodico georgiano è pertanto una necessità inderogabile del movimento socialdemocratico. Resta adesso soltanto il problema dell'impostazione del giornale, del suo orientamento e di ciò che dovrà dare ai socialdemocratici georgiani... Il giornale georgiano dovrebbe contemporaneamente assolvere la funzione di organo centrale e di organo regionale, locale del partito. Poiché la maggioranza dei lettori, operai georgiani, non può leggere correntemente il giornale russo, i dirigenti responsabili del giornale georgiano non hanno il diritto di non illustrare tutte le questioni che l'organo centrale del partito, in lingua russa, tratta e ha il dovere di trattare. Il giornale georgiano deve pertanto rendere edotto il lettore di tutte le questioni di principio, teoriche e tattiche. Al tempo stesso deve guidare il movimento locale e illustrare nel modo dovuto ogni avvenimento, non deve lasciare un solo fatto senza spiegazione e deve sviscerare tutte le questioni che agitano gli operai del luogo. Il giornale georgiano deve collegare e unire gli operai georgiani e russi che lottano. Deve informare i lettori di tutti gli avvenimenti di vita locale, russa ed estera che li interessano... in quanto organo dei socialdemocratici, il giornale deve dirigere il movimento operaio, indicargli la strada, preservarlo dagli errori. In breve il primo dovere del giornale è di stare il più vicino possibile alla massa operaia, avere la possibilità di influire continuamente su di essa, esserne il centro cosciente e dirigente... dare una risposta chiara a tutte le questioni connesse al movimento operaio, spiegare le questioni di principio, spiegare teoricamente la funzione della classe operaia nella lotta e illuminare con la luce del socialismo scientifico ogni fatto che riguardi l'operaio... Non possiamo ingannare noi stessi e i lettori promettendo di adempiere interamente questi compiti con le forze di cui disponiamo attualmente. Per organizzare il giornale come si deve è indispensabile che i lettori stessi ed i simpatizzanti diano il loro aiuto... Rivolgiamo un appello a tutti i socialdemocratici che si battono in Georgia perché prendano vivamente a cuore le sorti della Brdzola, diano tutto il loro appoggio alla pubblicazione e alla diffusione del giornale e facciano quindi della Brdzola, primo giornale libero georgiano, un'arma di lotta rivoluzionaria".20
Nel novembre del 1901 esce il n. 2 della "Brdzola" con un importante articolo di Stalin "Il Partito socialdemocratico della Russia e i suoi compiti immediati" nel quale sono messe in risalto tre questioni nodali: creare la saldatura tra il movimento operaio spontaneo e il socialismo scientifico; assicurare alla classe operaia il ruolo di direzione del movimento democratico e lavorare assiduamente all'organizzazione del partito del proletariato.


Oltre i confini della Georgia

L'11 novembre 1901 si svolge nella capitale georgiana, nel quartiere operaio di Avlabar, la conferenza dei diversi circoli operai per l'elezione del Comitato di Tiflis del POSDR. Vi partecipano venticinque delegati che eleggono i nove componenti del Comitato: tra essi Stalin. E a fine novembre il Comitato di Tiflis del POSDR decide di inviare Stalin a Batum per sviluppare e radicare anche lì l'organizzazione socialdemocratica. Batum è una città dell'Abkasia, una regione a sud della Georgia ai confini con la Turchia con, all'epoca, circa trentacinquemila abitanti. Importante porto sul Mar Nero, nel 1900 diventa centro dell'industria petrolifera con un oleodotto che da lì giunge fino a Bakù. È la terza città operaia del Caucaso dopo Tiflis e Bakù, sede di alcune grandi raffinerie petrolifere, una fabbrica siderurgica, due stabilimenti per la lavorazione del tabacco e uno per l'imbottigliamento delle acque che occupavano all'incirca undicimila operai.
A Batum, Stalin inizia subito una proficua attività che porta alla nascita di circoli operai socialdemocratici in varie fabbriche tra cui gli stabilimenti Rotschild, Mantascev e Sideridis e allo sviluppo di un dibattito e di una lotta politica contro le posizioni opportuniste di Cheidze e Ramisvili. Già a fine dicembre Batum è al centro di proteste operaie e il 31 dicembre 1901 sotto la copertura di una festa di capodanno viene organizzata da Stalin la Conferenza dei rappresentanti dei circoli operai cittadini. È, in pratica, l'atto di nascita del Comitato di Batum del POSDR, espressione della linea leninista propagandata dall'"Iskra", alla cui direzione viene eletto Stalin. L'attività politica è fervida. Il lavoro di agitazione, propaganda e organizzazione è continuo.
Koba, questo lo pseudonimo usato da Stalin dal suo arrivo a Batum, incontra personalmente gli operai d'avanguardia, discute approfondisce e chiarisce con loro, singolarmente e in riunioni ristrette, i problemi di fabbrica, le varie questioni politiche, gli strumenti e i metodi di lotta. Poi esorta gli operai a fare altrettanto e con lo stesso metodo con gli altri lavoratori che vengono così coinvolti sempre più numerosi e in maniera capillare. Nel gennaio 1902 Stalin crea una tipografia clandestina; in febbraio organizza uno sciopero alla fabbrica Mantascev che si conclude con una vittoria degli operai e crea un comitato di sciopero allo stabilimento Rotschild contro il licenziamento di circa quattrocento operai. Da Kutais si precipitò a Batum il governatore militare della provincia che per reprimere e soffocare sul nascere la protesta ordinò, nella notte del 7 marzo l'arresto di trentadue operai. Ma già la mattina dell'8 marzo Koba organizza e dirige una manifestazione per chiedere l'immediato rilascio degli operai. La polizia carica il corteo effettuando centinaia di arresti. Il 9 marzo una nuova imponente manifestazione alla quale partecipano oltre 6.000 lavoratori, rivendica la liberazione dei trecento compagni incarcerati. La repressione è brutale e sanguinosa. Le truppe sparano sul corteo assassinando 15 persone, ferendone 54 ed arrestandone altre 500. Nella notte Koba redige e stampa un volantino sugli avvenimenti della giornata, e il 12 marzo organizza e dirige una manifestazione in occasione dei funerali delle vittime della feroce repressione del giorno 9. L'Okhrana cerca attivamente di catturare Koba.


Braccato dall'Okhrana, il primo arresto

Più volte Stalin sfugge per poco all'arresto. Ora, dopo gli eventi di marzo, è costretto a trovare un posto nuovo e più sicuro dove abitare. Trova rifugio alla periferia della città, in un quartiere musulmano, nella cascina di un contadino, Kashim Smyrba, dove Koba trasferisce anche la tipografia. Il materiale di propaganda redatto e stampato da Stalin veniva ritirato dai membri dell'organizzazione addetti alla diffusione, che arrivavano alla cascina con vesti femminili e il volto coperto dalla chadrass, un velo lungo tipico del vestito tradizionale delle donne del Caucaso. Lo stesso Kashim divenne un bravo ed efficace diffusore di volantini e stampa illegale che usava nascondere nel fondo del paniere colmo della frutta e della verdura che andava a vendere di porta in porta e che consegnava ai destinatari, incartandovi i prodotti che acquistavano.
La sera del 5 aprile 1902 l'Okhrana fa irruzione nel luogo di riunione del Comitato socialdemocratico di Batum. Stalin viene arrestato insieme con altri compagni e la mattina del giorno 6 viene rinchiuso in una cella del carcere della città. Numerosi sono i capi di imputazione che gli vengono contestati dal regime e in particolare: "propaganda e attività sovversiva", "partecipazione e direzione di associazione segreta e criminosa tendente ad abbattere la monarchia e per la proclamazione di una costituzione democratica"; fu quindi rinviato a giudizio come dirigente del movimento rivoluzionario e condannato ad un anno e mezzo di carcere e tre anni di confine nella Siberia orientale da scontarsi nel villaggio di Novaja Uda, distretto di Bologan, governatorato di Irkutsk. È questa la prima condanna subita da Stalin; ma gli arresti, il carcere, le deportazioni così come le evasioni, si susseguiranno fino al 1917. In questi 15 anni infatti, dal 1902 al 1917, Stalin sarà arrestato otto volte, subirà sette condanne al confino dal quale riuscirà comunque ad evadere per ben sei volte. Nel periodo di detenzione Stalin si dà precise regole di organizzazione di vita, che gli permisero di continuare nei limiti possibili a dirigere l'attività di partito; ad effettuare lavoro politico tra i detenuti; ad approfondire lo studio del marxismo, l'analisi e l'evoluzione politica in Russia e preparare i suoi piani di evasione per riconquistare la libertà personale.
Dal 6 aprile 1902 al 18 aprile 1903 Stalin rimane rinchiuso nel carcere di Batum dal quale riesce comunque a mantenere il legame con il partito, dirigerne il lavoro e redigere parte del materiale di propaganda. Nei primi giorni del marzo 1903 si tiene il primo congresso delle organizzazioni socialdemocratiche caucasiche nel quale viene fondata l'Unione del Caucaso del POSDR. Stalin assente perché detenuto, viene eletto al congresso membro del Comitato dell'Unione. Il 19 aprile viene trasferito dal carcere di Batum a quello di Kutais. È lì che viene a conoscenza dell'avvenuto svolgimento del II Congresso del POSDR e delle divergenze in essere tra bolscevichi e menscevichi.


Bolscevichi e menscevichi

La convocazione del II Congresso del POSDR, apertosi a Bruxelles il 30 luglio 1903 (secondo il nuovo calendario) e poi trasferitosi a Londra, causa l'imposizione della polizia ai delegati di lasciare il Belgio, fu il risultato del superbo lavoro condotto in anni di paziente impegno da Lenin e da tutti i militanti che si riconoscevano nelle idee iskriste-leniniste che seppero costruire attraverso lo sviluppo dei vari Comitati socialdemocratici, la lotta all'"economismo", teorizzato e sostenuto dagli opportunisti, e la fervida azione di propaganda dell'"Iskra" per l'affermazione dei principi leninisti, le condizioni necessarie alla nascita effettiva del partito autonomo della classe operaia. Il Congresso doveva decidere sull'adozione del Programma e dello Statuto del partito e sulla nomina degli organismi dirigenti centrali. In esso si manifestarono profonde divergenze soprattutto sulle questioni organizzative (caratteristiche e ruolo del militante del partito, composizione sociale del partito, struttura organizzativa del partito) sfociate in una lotta aperta tra le tesi di Lenin, sostenute dagli "iskristi fermi" e da Plechanov, e quelle di Martov sostenute da Trotzki, Akselrod, dalla Zasulic e appoggiate dalla componente opportunista diretta avversaria dell'"Iskra".
Il II Congresso del POSDR si concluse con l'affermazione della linea iskrista e delle proposte portate in esso da Lenin condivise dalla maggioranza (bolscevichi) del partito, ma osteggiate fino all'ultimo dalla minoranza (menscevichi), i quali dimostrarono da subito di non volere rispettare le decisioni scaturite dal Congresso iniziando ad attuare una politica e delle manovre apertamente scissionistiche. Stalin, saputo dell'esito del II Congresso del POSDR da compagni che vi avevano partecipato, appoggia convintamente e con decisione le tesi di Lenin e dei bolscevichi. Nell'autunno viene nuovamente trasferito nel carcere di Batum e di lì condotto al confino di Novaja Uda, dove giunge il 27 novembre. Dopo qualche giorno, nel dicembre 1903, riceve una lettera di Lenin che gli espone il piano di lavoro che impegnerà il partito nell'immediato futuro. La situazione era infatti diventata molto seria a causa dell'attività scissionistica dei menscevichi, del voltafaccia di Plechanov e del tradimento di Krassin e Noskov eletti nel Comitato centrale nelle file bolsceviche e successivamente passati con i menscevichi. La linea scissionistica menscevica mirava senza mezzi termini ad avere il controllo sull'"Iskra" e sul Comitato centrale. Plechanov, che con Lenin e Martov era stato eletto dal Congresso alla direzione dell'"Iskra", cooptò nel giornale i vecchi redattori menscevichi. A partire dal n. 52 l'"Iskra" divenne di fatto l'organo della frazione menscevica. Lenin si dimise dalla direzione del giornale lanciando nel Comitato centrale e nel partito una salutare quanto giusta battaglia politica. Era ormai evidente che bolscevichi e menscevichi erano due entità politiche ben distinte con obiettivi e tattiche tra loro diverse e non conciliabili. Stante questa situazione, gli obiettivi primari per Lenin divennero la convocazione del 3° congresso del POSDR e la creazione di un nuovo organo di stampa.