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Stalin, la vita e l'opera

Capitolo 4
Si forgia il grande dirigente bolscevico


 
Delegato al IV Congresso del POSDR

Il IV Congresso del POSDR si svolse a Stoccolma dal 10 al 25 aprile del 1906. Fu chiamato il congresso dell'"unificazione" tra le componenti bolscevica e menscevica, che prevalse in sede di deliberazioni. Ma, in realtà, l'unificazione fu solo formale. Nella sostanza rimase, infatti, inalterata la divisione, data la radicale diversità delle posizioni rispetto a tutte le principali questioni trattate nel Congresso: dalle questioni organizzative ai compiti di classe del proletariato, dalla questione contadina all'atteggiamento da tenersi nei confronti della Duma di stato.
Stalin non mancò di dare il suo contributo fattivo alla discussione congressuale, svolgendo due interventi. Il primo il 13 aprile nel corso della settima seduta e, successivamente il 17 aprile alla quindicesima seduta dell'Assise. I due interventi furono incentrati rispettivamente "Sulla revisione del programma agrario" e "Sul mondo attuale". Nel suo primo intervento ribadendo la necessità dell'alleanza del proletariato con i contadini, Stalin si soffermò sulla necessità per il partito di dotarsi di un programma agrario in grado di sviluppare quest'alleanza. "... Per quanto riguarda la sostanza della questione, - affermò - devo dire che si deve prendere come punto di partenza del nostro programma il seguente postulato: poiché noi stringiamo un'alleanza rivoluzionaria temporanea coi contadini in lotta, poiché non possiamo, di conseguenza, non tener conto delle rivendicazioni di questi contadini, noi dobbiamo sostenere queste rivendicazioni, se esse, in tutto e per tutto, non sono in contraddizione con la tendenza dello sviluppo economico e col corso della rivoluzione. I contadini chiedono la spartizione; la spartizione non è in contraddizione coi fatti suddetti; vuol dire che noi dobbiamo sostenere la confisca completa e la spartizione. Da questo punto di vista, sia la nazionalizzazione che la municipalizzazione sono egualmente inaccettabili. Se avanzassimo la parola d'ordine della nazionalizzazione o della municipalizzazione, noi, senza guadagnare nulla, renderemmo impossibile l'alleanza dei contadini rivoluzionari col proletariato. Coloro che parlano del carattere reazionario della spartizione confondono due fasi di sviluppo: quella capitalistica e quella precapitalistica. Indubbiamente, nella fase capitalistica, la spartizione è reazionaria, ma nelle condizioni precapitalistiche (nelle condizioni p.es., della campagna russa) la spartizione è, in tutto e per tutto, rivoluzionaria...".26
Il secondo intervento, tutto centrato sull'attualità del momento politico, Stalin lo concluse con la seguente affermazione: "... se gli interessi di classe del proletariato conducono alla sua egemonia, se il proletariato non deve marciare in coda, ma alla testa della rivoluzione attuale, è ovvio che esso non può rifiutarsi di partecipare attivamente né all'organizzazione dell'insurrezione armata né alla conquista del potere. Questo è lo 'schema' dei bolscevichi. O egemonia del proletariato, o egemonia della borghesia democratica, ecco come sta la questione nel partito, ecco in cosa consistono i nostri dissensi".27
A fine Congresso Koba rientra nel Caucaso, dove continua la sua attività politica. Al centro del suo lavoro c'è la difesa della tattica bolscevica e la lotta contro tutti i gruppi e le ideologie antiproletarie. Tra il 1906 e il 1907 dirige anche vari giornali bolscevichi legali della Georgia: "Akhali Tskorreba" (La vita nuova), "Akhali Droieba" (Tempi nuovi), "Tsveni Tskhorreba" (La nostra vita) e "Dro" (Il tempo). Su questi fogli compariranno via via importanti scritti di Stalin, tra i quali vanno segnalati la serie di articoli su "Anarchia e socialismo" che costituiranno un'opera fondamentale per la difesa e lo sviluppo della teoria marxista-leninista.
Sul piano della vita privata il 1906 è un anno importante per Koba. Si unisce, in giugno, a Ekaterina Semenovna Svanidze conosciuta a Tiflis quando era studente. Dal loro legame nacque Jakov. Ekaterina morirà di tifo a soli 24 anni nel novembre del 1908, mentre Koba era in carcere. Tutti i suoi più vicini compagni sono stati testimoni del dolore profondo vissuto da Stalin per la scomparsa di Ekaterina e della forza e serenità d'animo con cui egli ha affrontato anche un frangente così difficile e duro della sua vita. Il piccolo Jakov fu allevato da Saciko, sorella di Ekaterina. Nel 1921 si ricongiungerà al padre, raggiungendolo a Mosca.


Stalin organizza i primi sindacati nel Caucaso

Abbiamo già visto come il profondo legame di Stalin con le masse, con gli operai, sia stata una peculiarità non solo del suo lavoro, ma una caratteristica insita della sua personalità e del suo modo di essere. Stalin aveva veramente a cuore le sorti della classe operaia non solo dal punto di vista politico, ma sotto ogni aspetto sia esso morale che materiale della vita. Su ogni aspetto della vita, della condizione degli operai egli ha sempre soffermato la sua attenzione. Proprio per questo Stalin fu molto attivo anche sul piano sindacale, anzi proprio negli anni 1906-1907 si impegnò in prima persona nella costruzione e nella organizzazione dei primi sindacati. Tra il giugno e il novembre 1906 a Tiflis si formano i sindacati degli operai, dei tipografi, dei lavoratori del commercio. Più tardi a Bakù si formò il sindacato degli operai delle industrie petrolifere nel vivo di dure lotte.
Fu proprio in questi anni, successivi alla sconfitta della rivoluzione del 1905, in cui il movimento operaio e popolare attraversarono una fase di riflusso che emersero le grandi capacità e le qualità di Stalin quale dirigente rivoluzionario e il suo profondo legame con le masse. Per estrazione sociale e per esperienza diretta, egli conosceva perfettamente la realtà quotidiana della vita degli operai e dei contadini, sapendo tradurne bisogni e aspirazioni sul piano politico e favorendo la crescita e l'affermarsi nei singoli individui e nei movimenti di massa di una coscienza rivoluzionaria e socialista. Egli è inoltre tra i dirigenti bolscevichi che avevano lottato per la costruzione del partito e per dare dignità e ruolo al movimento operaio e popolare, l'unico ad aver vissuto tutto il periodo antecedente la vittoria della rivoluzione sempre in Russia, nel fuoco dello scontro di classe a preparare giorno dopo giorno la vittoria della rivoluzione. Anche questi aspetti particolari della sua vita contribuirono al consolidarsi della stima del nucleo dirigente centrale bolscevico e di Lenin in particolare, nei confronti di Stalin.


Delegato al V Congresso del POSDR

Nel marzo 1907 Koba è eletto dagli operai bolscevichi di Tiflis delegato al V Congresso del POSDR che si svolse a Londra dal 30 aprile al 19 maggio. Al Congresso parteciparono 336 delegati in rappresentanza di 150 mila membri. Di loro 105 erano bolscevichi e 97 menscevichi. Vi erano poi i delegati rappresentanti delle organizzazioni socialdemocratiche nazionali polacca e lettone e del Bund. Il V Congresso cercò di avviare nel concreto l'unificazione del partito attraverso un confronto aperto sul bilancio della lotta rivoluzionaria del 1905-1907 conclusasi con la sconfitta popolare, ma certo non con il suo annientamento. I fattori negativi in questo bilancio erano dati dall'ancora scarso sviluppo dell'alleanza tra il movimento operaio e i contadini e dall'insufficiente grado di organizzazione della classe operaia dovuta anche alla divisione nel partito; ma vi erano anche dei fattori positivi da poter sfruttare nel prosieguo della lotta rivoluzionaria quali la conquista di maggiori, anche se ancora insufficienti, spazi di legalità per l'attività politica, sindacale e di propaganda.
Il V Congresso pose all'ordine del giorno la discussione sui temi fondamentali del momento per definire una tattica adeguata alla situazione in grado di accrescere ruolo e peso politico del proletariato, dalla quale scaturì la netta affermazione della linea marxista rivoluzionaria bolscevica e la messa in minoranza della politica menscevica centrata sulla conciliazione di classe, l'isolamento della classe operaia e la sua subordinazione alla borghesia. Posizioni queste, emerse con chiarezza nel dibattito sull'atteggiamento che il POSDR doveva assumere rispetto alla questione sindacale, sconfitta della tesi menscevica sulla "neutralità dei sindacati" e al rapporto con i partiti borghesi, sconfitta delle tesi menscevica dell'alleanza del partito con la borghesia liberale e della convocazione di un "congresso operaio" che doveva riunire socialdemocratici, socialisti popolari, socialisti rivoluzionari e anarchici per la creazione di un "grande partito", che Lenin bollò subito come il pericoloso tentativo dei menscevichi di liquidare il POSDR.
Alla fine dei lavori del V Congresso del POSDR Stalin fa subito ritorno in Caucaso e dopo una breve permanenza a Tiflis torna a Bakù dove accanto alla sua attività redazionale in vari giornali socialdemocratici legali e illegali, svolge un'azione decisiva per l'affermazione del bolscevismo sul piano ideologico, politico e organizzativo. Sui numeri di giugno e luglio del giornale illegale bolscevico "Bakinski Proletari", Stalin illustra i risultati del recente V Congresso attraverso l'articolo "Il Congresso di Londra del POSDR (Appunti di un delegato)". Ma è tutto il lavoro di Koba a costituire l'esempio più coerente della pratica attuazione della linea del partito e delle deliberazioni congressuali svolto sfruttando appieno ogni spazio di azione legale, ma anche sapendosi muovere con estrema capacità e decisione nel promuovere il lavoro illegale per non rimanere succubi del tirannico regime autocratico e dei suoi tentativi di restaurazione.


Bakù la "città rossa"

Grazie al lavoro e alla direzione di Stalin il movimento operaio di Bakù ebbe un notevole impulso, Nell'estate del 1907 gli operai delle industrie petrolifere dopo un'incalzante azione di lotta, conclusero vittoriosamente la loro battaglia contro gli industriali del settore per il contratto collettivo. Gli operai d'avanguardia stretti attorno a Stalin costituirono anche l'ossatura e il saldo gruppo dirigente dell'organizzazione locale del POSDR, sconfiggendo sul piano ideologico e organizzativo il menscevismo e assicurando al partito la piena fiducia e la direzione del movimento operaio e popolare.
Bakù divenne una "città rossa", una roccaforte del bolscevismo che lì seppe fare affermare il marxismo autentico e isolare le ideologie antiproletarie in specie quelle dei socialisti rivoluzionari e degli anarchici; rappresentando un esempio e uno stimolo per tutto il partito. Così Stalin sintetizzerà questa sua esperienza: "... Ricordo poi gli anni 1907-1909, - scriverà nella sua Risposta al saluto degli operai di Tiflis (1926) - quando per decisione del Partito fui inviato a lavorare a Bakù. I tre anni di attività rivoluzionaria tra gli operai dell'industria petrolifera fecero di me un combattente e uno dei dirigenti locali del lavoro pratico di partito. Trovandomi a contatto con operai avanzati di Bakù come Vatsek, Saratovez, Fioletov e altri ancora, da un lato, e nella tempesta dei conflitti più profondi tra gli operai e gli industriali del petrolio, dall'altro, imparai per la prima volta cosa significhi dirigere grandi masse operaie. Là, a Bakù, ricevetti così il mio secondo battesimo di combattente rivoluzionario. Là divenni un apprendista della rivoluzione. Permettetemi di esprimere la mia sincera, fraterna gratitudine ai miei maestri di Bakù".28
Il 25 marzo 1908 Koba fu arrestato per la seconda volta. Rinchiuso nel carcere Bailovskaia di Bakù, dove rimarrà fino al 9 novembre, inizia un'intensa attività fra i detenuti politici dando vita a gruppi di studio delle opere marxiste e continuando, inoltre, a redarre articoli per i giornali Gudok e Bakinski Proletari. Il 9 novembre 1908 viene condannato a due anni di deportazione in Siberia da scontarsi a Solvycegodsk nel governatorato di Vologda. Nella provincia siberiana Stalin giungerà nel gennaio del 1909, ma nel corso della traduzione nel luogo di confino venne colpito dal tifo e ricoverato nell'ospedale di Viatka a causa di continui e fortissimi attacchi febbrili. Il 27 febbraio arriva a Solvycegodsk dove rimarrà fino al 24 giugno, giorno della sua evasione. Dopo la sua fuga Koba rientra clandestinamente a Bakù. È il mese di luglio. In quel periodo il POSDR attraversava una nuova e profonda crisi. Questo a causa da un lato dell'azione dei "liquidatori" menscevichi capeggiati da Axelrod e Potressov che, spalleggiati da Martov e Trotzki, sabotavano il programma rivoluzionario del partito abbandonando la lotta per la conquista della giornata lavorativa di 8 ore, per la confisca delle terre dei proprietari fondiari e per la costruzione di una repubblica democratica per far scivolare il partito verso un'alleanza subordinata con i "cadetti", il partito della borghesia liberale. Dall'altro, per l'attività del gruppo degli "otzovisti" diretto da Bogdanov, Lunaciarski e Bubnov che volevano imporre al partito la cessazione di ogni attività legale, chiedevano il ritiro dei deputati socialdemocratici dalla Duma di Stato e si rifiutavano di lavorare nei sindacati e nelle altre organizzazioni legali, spingendo il POSDR a recidere i suoi legami di massa e isolarsi in organizzazioni clandestine. Come spesso accade, posizioni all'apparenza diametralmente opposte trovavano un punto unico di convergenza: la liquidazione del partito del proletariato, della sua linea marxista e della sua politica rivoluzionaria.
Il primo agosto il "Bakinski Proletari" esce con un editoriale di Stalin dal titolo "La crisi nel partito e i nostri compiti". In esso vengono messe a fuoco le conseguenze negative che questa crisi ha generato nel partito e i rimedi necessari per uscire da questa situazione. Scrive Stalin: "... Dunque: 1) distacco del partito dalle larghe masse e 2) distacco fra le sue organizzazioni: questa è l'essenza della crisi che il partito attraversa... Tutto sta nel trovare il mezzo di risanarlo, di aprire le vie attraverso le quali il partito 1) si legherà con le masse e 2) unirà in un unico organismo le organizzazioni distaccate le une dalle altre... Come può dunque il nostro partito uscire dalla crisi, che cosa bisogna fare?... In breve: 1) intensificare l'agitazione fondandola sui bisogni quotidiani, messi in relazione ai bisogni di classe del proletariato; 2) organizzare e rafforzare i comitati di fabbrica e di officina in modo da renderli i centri distrettuali più importanti del partito; 3) 'trasferire' le funzioni principali del partito agli operai avanzati; 4) organizzare 'seminari' di operai avanzati: con questi mezzi le nostre organizzazioni potranno raggruppare attorno a sé larghe masse... Come dunque collegare fra loro le organizzazioni locali che sono distaccate le une dalle altre, come riunirle in un partito compatto, che viva un'unica vita? Si potrebbe pensare che le conferenze generali del partito che vengono tenute di tanto in tanto, possano risolvere il problema di unire le organizzazioni. O che il Proletari, il Golos e il Sozial- Demokrat, che si pubblicano all'estero, riescano alla fin fine a riunire, a rendere compatto il partito. Non v'è dubbio che sia le une che gli altri hanno poca importanza per legare le organizzazioni fra loro... È evidente che occorre un provvedimento radicale. E questo provvedimento potrebbe essere uno solo: un giornale per tutta la Russia, giornale che sia al centro del lavoro del partito e sia edito in Russia... Non occorre dire che l'unico organismo che possa incaricarsi dell'organizzazione e della direzione di tale organo è il Comitato centrale del partito. Ma nel momento attuale questo dovere è assolto male, e come risultato abbiamo l'isolamento quasi completo delle organizzazioni locali. Mentre un giornale per tutta la Russia, con una buona impostazione, potrebbe essere, nelle mani del CC, lo strumento più efficace per un'effettiva unione del partito e per la direzione del lavoro del partito. E non è tutto. Noi affermiamo che soltanto con questo mezzo il CC può trasformarsi da centro fittizio in centro effettivo, in un centro di tutto il partito, che renda di fatto il partito compatto e dia, di fatto, il tono al suo lavoro. Per queste ragioni, l'organizzazione e la direzione di un giornale per tutta la Russia costituiscono il compito immediato del Comitato centrale. Un giornale per tutta la Russia, come organo che unisca e consolidi il partito intorno al Comitato centrale: questo è dunque il compito, questo è il mezzo per risolvere la crisi che il partito sta attraversando...".29
Eletto nel Comitato centrale
Mentre elabora queste sue proposte per trovare soluzione alla crisi del partito e migliorarne l'attività, Stalin orienta e dirige le organizzazioni bolsceviche del Caucaso nella lotta contro le posizioni disgregatrici. Su sua proposta il Comitato di Bakù del POSDR dà, il 2 agosto, il pieno appoggio a Lenin e alla maggioranza della redazione del "Proletari" che si era espressa per la condanna della linea e dell'operato degli otzovisti e per la loro esclusione dall'organizzazione bolscevica. A settembre poi Koba è a Tiflis per dirigere lì la lotta del partito contro i liquidatori menscevichi.
Tra il novembre e il dicembre del 1909 invia all'organo centrale del partito le sue "Lettere dal Caucaso" in cui denuncia la politica liquidazionista di menscevichi e trotzkisti e ribadisce, quali compiti immediati per il partito, la creazione di un centro di direzione e di un giornale in Russia. Il Sozial-Demokrat pubblicherà le "Lettere dal Caucaso" nel maggio del 1910. In quello stesso anno il massimo organo dirigente del partito nomina Stalin "agente del Comitato centrale". In pratica egli assume, su mandato del CC, i compiti di collegamento e di guida delle organizzazioni periferiche del partito.
Nella riunione del Comitato di Bakù del POSDR, svoltasi nel gennaio 1910, Stalin presenta una risoluzione in cui si propone la convocazione di una Conferenza generale del partito per decidere di trasferire in Russia il centro dirigente del lavoro pratico e di pubblicare nel paese un giornale, organo centrale del partito per tutta la Russia. Il Comitato di Bakù approva la risoluzione.
Il 23 marzo l'Okhrana riesce nuovamente ad arrestare Koba. Oltre alla condanna al confino però, questa volta fu inflitta a Stalin anche la pena dell'interdizione a risiedere in Caucaso per un periodo di cinque anni. È il 29 ottobre quando Koba raggiunge il confino di Solvicegodsk dove rimarrà, sottoposto ad un regime di stretta sorveglianza e di continue perquisizioni domiciliari, fino a fine pena, 27 giugno 1911. Nel periodo di detenzione Koba rimane in contatto epistolare con il CC del partito che, nella sua riunione del 1° giugno 1911 svoltasi a Parigi, indica Stalin quale candidato membro della Commissione organizzativa per la convocazione della Conferenza di partito. Finita di scontare la condanna al confino Koba, non potendo ritornare in Caucaso, sceglie Vologda come luogo di permanenza per il periodo di libertà vigilata. Vive a Vologda per un paio di mesi, giusto il tempo necessario ad organizzare il suo trasferimento a Pietroburgo. Nella capitale arriva il 7 settembre con un passaporto intestato a P.A. Gicikov. Ma dopo soli due giorni è nuovamente arrestato e incarcerato. Il 25 dicembre viene ricondotto sotto sorveglianza a Vologda. Questo gli impedisce di partecipare ai lavori della VI Conferenza del POSDR che si apre a Praga il 5 gennaio 1912.
La Conferenza di Praga per ampiezza di rappresentanza delle organizzazioni di partito, oltre venti, per temi trattati e decisioni prese, rappresenta una tappa decisiva nella storia del POSDR. Questa assise ebbe l'importanza di un congresso e segna la linea di demarcazione netta tra il marxismo e l'opportunismo non solo in Russia, ma nell'intera socialdemocrazia europea; l'atto di nascita del partito leninista. A Praga venne decretata l'espulsione dei menscevichi dal partito, la nomina del nuovo Comitato centrale e vennero decise le linee guida per la riorganizzazione del partito e il Programma d'azione per un nuovo sviluppo del movimento operaio e per il rilancio del processo rivoluzionario. Il programma minimo del POSDR(b), questa la nuova denominazione assunta dal partito, era imperniato su tre principali parole d'ordine: repubblica democratica, giornata lavorativa di 8 ore, confisca di tutte le terre dei proprietari fondiari. Sulla base di questi obiettivi occorreva agire, operando sulla combinazione tra lavoro legale e lavoro illegale, per il rilancio delle lotte sociali, per rinsaldare l'unità tra il movimento operaio e i contadini, per condurre la battaglia politica e, nell'immediato, la campagna elettorale per l'elezione della IV Duma di Stato.
Su diretta proposta di Lenin la VI Conferenza generale elesse Stalin, nonostante la sua forzata assenza, nel nuovo Comitato centrale. Questa nomina è il frutto meritato non solo dell'importante lavoro svolto da Stalin con lealtà e abnegazione, ma anche il riconoscimento del suo effettivo ruolo dirigente, dell'intelligenza politica e del valore dimostrati nel lavoro di una vita dedicata totalmente al servizio del proletariato, del suo partito ed alla causa del socialismo.
La conferenza di Praga non solo elesse Stalin nel nuovo CC del Partito, ma ne accolse altresì tutte le proposte che egli aveva effettuato in sede di preparazione, affidandogli anche la responsabilità dell'"Ufficio russo del CC" l'organismo preposto ad impostare, coordinare e dirigere l'attività rivoluzionaria in Russia. Dell'"Ufficio russo del CC" con a capo Stalin, entrarono a far parte Orgionikidze, Sverdlov, Spandarian e Kalinin. Al termine della VI Conferenza di partito Lenin incaricò Orgionikidze di recarsi personalmente a Vologda per mettere al corrente Stalin di quanto l'Assise di Praga aveva discusso e deliberato. Orgionikidze giunse a Vologda a metà febbraio e a fine mese Stalin lasciò il luogo del suo soggiorno obbligato.
Dal marzo 1912 al febbraio 1913 Stalin svolse un'attività intensissima per ottemperare al meglio ai nuovi compiti di direzione e di organizzazione cui era stato chiamato dal partito. A metà marzo Stalin, nonostante la condanna all'interdizione, torna in Caucaso per impostare il lavoro politico sulla base delle decisioni della Conferenza di Praga. Le organizzazioni di partito di Bakù e di Tiflis si pronunciano a favore di queste decisioni. Poi Stalin lascia Bakù per recarsi a Pietroburgo dove giunge, clandestinamente, il 10 aprile. Nella capitale scrive alcuni articoli per il giornale operaio Zviezdà e soprattutto imposta e dirige, in collaborazione con il gruppo socialdemocratico alla III Duma e con gli scrittori bolscevichi Olminski e Baturin, il lavoro per la pubblicazione del giornale "Pravda" il cui primo numero esce il 22 aprile del 1912 con l'articolo di Stalin "I nostri obiettivi", nel quale viene sottolineata la necessità di sviluppare al massimo l'azione volta a favorire il realizzarsi dell'unità della classe operaia. "... Illuminare la strada del movimento operaio russo con la luce della socialdemocrazia internazionale, seminare la verità fra gli operai mostrando chi sono gli amici e i nemici della classe operaia, stare a guardia degli interessi della causa operaia: ecco quali obiettivi perseguirà la Pravda. Ponendoci questi obiettivi, non abbiamo affatto l'intenzione di celare i dissensi che sorgono fra gli operai socialdemocratici. Ancor più: noi pensiamo che non si possa concepire un movimento potente e pieno di vita senza che vi siano dissensi: soltanto nel cimitero è possibile la 'piena identità di opinioni'! Ma questo non significa ancora che siano più numerosi i punti di dissenso di quelli di intesa. Siamo ben lontani dal dirlo! Per quanto gli operai avanzati dissentano fra loro, non possono dimenticare che essi tutti, senza distinzione di frazione, sono egualmente privi di diritti. Quindi, innanzitutto e soprattutto, la Pravda farà appello all'unità della lotta di classe del proletariato, all'unità ad ogni costo. Nella stessa misura in cui dobbiamo essere intransigenti con i nemici, dobbiamo essere concilianti tra noi. Guerra ai nemici del movimento operaio, pace e lavoro concorde nell'interno del movimento: a questo si ispirerà la Pravda nel suo lavoro quotidiano...".30


Si stringe il legame tra Lenin e Stalin

Proprio nel giorno dell'uscita del primo numero della "Pravda", Stalin viene nuovamente arrestato e incarcerato. Il 2 luglio è condannato a tre anni di esilio con regime di sorveglianza a Narym. Stalin fugge quasi subito da Narym e a metà settembre è di nuovo nella capitale a dirigere il lavoro a tutto campo del partito: lotta al menscevismo, direzione della "Pravda", coordinamento e sviluppo del lavoro e del legame politico tra tutte le organizzazioni del partito nelle varie regioni, impostazione della campagna in vista delle elezioni della IV Duma di Stato. Nei primi giorni di ottobre organizza una riunione illegale per impostare la lotta al liquidazionismo menscevico e per designare il candidato operaio alla IV Duma. Quindi redige il "Mandato degli operai di Pietroburgo al loro deputato operaio" che viene approvato il 17 ottobre dal Congresso degli operai del governatorato di Pietroburgo e pubblicato sotto forma di manifesto.
"... La tribuna della Duma - vi si legge - è, nelle condizioni presenti, uno dei mezzi migliori per educare e organizzare le larghe masse del proletariato. Precisamente per questa ragione mandiamo alla Duma il nostro deputato, dando a lui e a tutto il gruppo socialdemocratico alla IV Duma il mandato di popolarizzare dalla tribuna parlamentare le nostre rivendicazioni, e non di occuparsi del fatuo giuoco di far leggi nella Duma dei signori. Noi vorremmo che il gruppo socialdemocratico alla IV Duma e, in particolare il nostro deputato tenessero alta la bandiera della classe operaia nel campo nemico della Duma nera. Vorremmo che dall'alto della tribuna della Duma la voce dei membri del gruppo socialdemocratico si levasse con forza a parlare degli obiettivi finali del proletariato; delle rivendicazioni, integrali e non monche del 1905; della classe operaia russa, quale capo del movimento popolare; dei contadini, quali alleati più sicuri della classe operaia; della borghesia liberale, quale traditrice della 'libertà del popolo'. Vorremmo che nel suo lavoro, fondato sulle parole d'ordine suddette, il gruppo socialdemocratico fosse unito e compatto. Che attingesse la sua forza da un contatto continuo con le larghe masse. Che adeguasse la sua azione all'organizzazione politica della classe operaia della Russia".31
Il testo del "Mandato" venne inviato a Lenin che ne dispose per la pubblicazione sul "Sozial-Demokrat" e sulla "Pravda", raccomandandone la pubblicazione in spazi e caratteri che ne esaltino il rilievo.
Stalin è presente e attivo anche nella direzione del movimento di massa. Il 4 ottobre dirige la riunione della commissione esecutiva del Comitato di Pietroburgo che decide un'azione di lotta attraverso una serie di scioperi da effettuarsi nelle Officine Putilov e nelle altre fabbriche della capitale, per protestare contro l'annullamento delle elezioni dei delegati di fabbrica. In questa occasione si reca nelle diverse fabbriche tenendo numerosi comizi nonostante fosse costantemente ricercato dall'Okhrana, ma, comunque, ben difeso dagli operai che vigilavano sulla sua sicurezza.
È in questo periodo, inoltre, che diviene intenso il rapporto politico tra Lenin e Stalin, favorendo anche lo svilupparsi di un legame personale sempre più forte e saldo. Per incarico diretto di Lenin, Nadezda Krupskaia scrive il 21 ottobre ai membri del gruppo parlamentare socialdemocratico e ai redattori della "Pravda", sottolineando la necessità che Stalin si rechi a Cracovia dove risiedevano in quel periodo Lenin e gli altri membri del CC in esilio. Stalin rientrato a fine ottobre nella capitale da Mosca, dove aveva incontrato gli operai bolscevichi che erano stati eletti alla IV Duma di Stato, parte clandestinamente per Cracovia dove incontra Lenin e partecipa, a metà novembre, alla riunione del Comitato centrale. Subito dopo rientra a Pietroburgo per seguire il lavoro del gruppo socialdemocratico alla IV Duma. Il 6 dicembre Lenin scrive una lettera a Stalin parlando tra l'altro anche delle iniziative da prendersi con l'approssimarsi dell'anniversario del 9 gennaio, la "domenica di sangue". Dal 10 al 14 gennaio 1913 Stalin è di nuovo a Cracovia per un'importante sessione del CC alla quale partecipavano anche i sei eletti bolscevichi alla Duma di Stato. Questa riunione, diretta da Lenin, aveva all'ordine del giorno l'analisi della situazione creatasi all'interno del gruppo parlamentare socialdemocratico alla IV Duma di Stato a seguito dei tentativi di scissione portati avanti dai sette deputati menscevichi e l'azione da svolgere tra la classe operaia e nella Duma stessa a salvaguardia dell'unità del gruppo socialdemocratico; e anche le misure indicate da Lenin e Stalin per migliorare il lavoro della redazione della "Pravda".


La questione nazionale

Subito dopo la fine dei lavori del CC, Stalin si reca a Vienna per seguire direttamente il lavoro di pubblicazione e di diffusione del "Comunicato", scritto da Lenin, e delle risoluzioni del CC. E a Vienna Stalin prepara e scrive l'opera "Il marxismo e la questione nazionale", un caposaldo del bolscevismo e della letteratura marxista inerente tutti gli aspetti connessi al problema delle nazionalità. Lenin apprezzò molto l'opera di Stalin. Del resto, entrambi avevano già discusso approfonditamente della necessità ineludibile per il movimento rivoluzionario russo di affrontare tale questione in un paese dove erano presenti diverse etnie e nazionalità, scoprendo una piena affinità di pensiero e una totale identità di obiettivi. Per Lenin, Stalin era il dirigente bolscevico più adatto e capace ad affrontare la questione: per origine, per cultura, per conoscenza, per anni di lotta da un lato a ogni forma ed espressione di egemonismo nazionalistico e dall'altro per la ricerca costante dell'unità degli operai e del loro partito al di là di ogni frontiera nazionale in un vero spirito di internazionalismo proletario.
L'importante opera venne pubblicata per la prima volta nei numeri di marzo e di maggio 1913 della rivista "Prosvestcenie".
Rientrato a Pietroburgo, Stalin si dedica alla riorganizzazione della redazione della "Pravda" sulla base delle deliberazioni del CC, coadiuvato in questo lavoro da Sverdlov e Molotov. Il 23 febbraio 1913 nella sala della Borsa di Kalaschnikov, mentre partecipava ad un concerto organizzato dai bolscevichi a sostegno della "Pravda", Stalin viene arrestato e imprigionato. Il 2 luglio la nuova sentenza di condanna a quattro anni di confino in Siberia. Il 10 agosto giunge nel villaggio di Kostino luogo della sua nuova deportazione. Lì rimase fino al marzo del 1914, quando per impedirgli una nuova evasione, viene trasferito all'estremo nord della Siberia, nello sperduto villaggio di Kureika, oltre il circolo polare.